Banca Etruria è stata commissariata

bancaetruria
foto:flickr:creative commons

Lo storico istituto aretino, molto noto per la sua storia d’intermediario del metallo prezioso, è in amministrazione straordinaria per effetto delle gravi perdite del patrimonio emerse agli occhi dei funzionari della Banca d’Italia che da tempo stavano svolgendo accertamenti ispettivi, tra l’altro ancora in corso. Il titolo è stato sospeso e gli azionisti ora restano alla finestra, “in attesa di un comunicato”, come indicato da Borsa Italiana. Su richiesta Consob i commissari straordinari hanno fatto sapere che non è possibile, a oggi, “dare maggiori dettagli sulla situazione patrimoniale della banca”. Quello che si sa è che nel mezzo della riunione del consiglio d’amministrazione che avrebbe dovuto approvare i risultati del 2014 (si parla di un rosso per oltre 140 milioni) sono arrivati i commissari ed è stata notificata la disposizione di scioglimento degli organi amministrativi firmata dal Ministero dell’Economia su proposta di Via Nazionale.

A prendere la guida, quindi, i due commissari Riccardo Sora e Antonio Pironti, che in serata hanno convocato dirigenti e organizzazioni sindacali per fare un primo punto della situazione. Al loro fianco Paola Leone, Silvio Martuccelli e Gaetano Maria Giovanni Presti in qualità di componenti del Comitato di sorveglianza. Le perdite, ha spiegato la banca in una nota, sono dovute a “consistenti rettifiche sul portafoglio crediti”, visto che la spirale dei crediti dubbi e deteriorati rispetto al totale dei crediti verso la clientela si è impennata a vista d’occhio negli ultimi mesi. Adesso, quindi, con l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria, sotto la supervisione di Bankitalia, i nuovi vertici dovranno “condurre l’attività aziendale secondo criteri di sana e prudente gestione e individuare le iniziative necessarie per il superamento della crisi aziendale”.

Lo scandalo della Popolare aretina, che l’estate scorsa sarebbe dovuta diventare Spa in anticipo rispetto al Dl popolari proprio per facilitare il salvataggio da parte di terzi, si è immediatamente spostata sulla scena politica dato che il padre del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, fino a 24 ore fa, sedeva nel cda essendone il vicepresidente. Una vicenda analoga è stata quella, nel 2013, della Banca Popolare di Spoleto, istituto commissariato le cui azioni sono state sospese a tempo indeterminato in Borsa. Ora già si rincorrono le voce, di un possibile ricorso da parte dei alcuni membri del cda contro la mossa della Vigilanza, Come è successo alla Popolare di  Spoleto. Peccato che la vicenda, dal punto di vista legale, non si sia ancora conclusa.