Assogestioni, tre criticità sul target market di MiFID II

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foto: autor WingedWolf, Flickr, creative commons

Identificare i criteri per definire il target market dei singoli strumenti di investimento. È stato questo il tema centrale che l’ESMA ha voluto proporrre per individuare i pareri, all’interno delle future modifiche con l’entrata in vigore della MiFID II. La consultazione, chiusa il 5 gennaio, è stata oggetto di dibattito anche in Assogestioni, che ha raccolto i pareri delle associate. La questione risulta delicata, secondo l’associazione, proprio perché le SGR di UCITS e FIA non rientrano nel perimetro MiFID II e questo potrebbe costringere le società a dover gestire modalità di informazione non standardizzate sui differenti strumenti immessi sul mercato. Perciò sarebbe meglio uniformare le regole.

Nello specifico la risposta di Assogestioni all’ESMA ha evidenziato tre criticità:

#non solo chiarire adeguatamente la distinzione delle responsabilità tra produttori e distributori, ma anche “la distinzione tra l'obbligo di identificazione del target market del prodotto e l’obbligo di valutazione dell’adeguatezza del singolo strumento”.

# Assogestioni non condivide l'approccio suggerito dall'ESMA sul concetto di diversificazione del portafoglio. “Se un prodotto viene venduto non singolarmente ma come componente di un portafoglio di investimento più ampio, la diversificazione del portafoglio dovrebbe essere considerata nella valutazione del target market dello strumento”, dice Assogestioni. In questa prospettiva l’associazione suggerisce “di prevedere nelle linee guida che: il produttore indichi le modalità di "utilizzo" del prodotto e, in particolare, se è adatto ad essere venduto singolarmente e/o come componente di un portafoglio di investimento; e nel caso di vendita come parte di un portafoglio di investimento, il distributore non dovrebbe essere costretto a prendere in considerazione la tolleranza al rischio e l'orizzonte temporale del prodotto così come definito dal produttore, ma dovrebbe analizzarli in correlazione con quelli esistenti all'interno del portafoglio di investimento. La diversificazione del portafoglio è un obiettivo importante che dovrebbe essere fortemente sostenuto dall'ESMA in queste Linee Guida.

# Le gestioni di portafoglio non possono essere considerate una forma di distribuzione del prodotto. “Riteniamo che le regole di identificazione del target market non dovrebbero applicarsi agli strumenti finanziari investiti tramite gestioni individuali: il servizio di gestione di portafoglio (come le GPF) riduce infatti la necessità per il cliente di conoscere le caratteristiche di ogni singola attività che compone il portafoglio”, dicono da Assogestioni. “In tali situazioni un intermediario finanziario con competenze specifiche prende le scelte di investimento per conto del cliente, garantendo una coerenza costante con il mandato di investimento, nel migliore interesse del cliente. Per questo riteniamo che le regole di product governance, quando si parla di gestioni patrimoniali, dovrebbero applicarsi al servizio di gestione e non ai singoli prodotti inseriti nella gestione offerta al cliente”.