Assicurazioni Vita, in quali asset class si posizionano

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Tamara Gak, Unsplash

Durante il convegno virtuale organizzato da Itinerari Previdenziali “Le nuove opzioni sui Rami I e III e le opportunità legate all'utilizzo dei bonus fiscali” si è discusso delle principali sfide che l’industria assicurativa italiana deve affrontare in questo difficile periodo pandemico: “da un lato, l’innovazione di prodotto nel settore vita, nell’assistenza sanitaria e nella protezione dei redditi, con tutti i vincoli imposti dallo scenario dei tassi di interesse fixed income e dal regime di vigilanza Solvency II”, spiega Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi. “Dall’altro, la necessità di ricorrere a strumenti alternativi di investimento, anche nei mercati privati, per sostenere i rendimenti e diversificare i portafogli senza abbassare la guardia sul rispetto dei requisiti di capitale”.

Occorre quindi ripensare in modo innovativo le soluzioni da offrire agli assicurati, soprattutto in uno scenario macro-economico e finanziario mutevole e di non semplice lettura, che richiede dinamismo nei prodotti da proporre e capacità di adattamento nelle strategie di investimento.

Maria Bianca Farina, presidente di Ania ricorda come lo scenario dei mercati sia molto cambiato negli ultimi anni. “Alla luce delle politiche espansive delle Banche centrali è necessario ripensare ai servizi assicurativi offerti dalle polizze multiramo, unit linked e separate, che risentono molto della crisi dei tassi interesse”. Farina aggiunge: “inoltre è doveroso riflettere anche sui limiti imposti da Solvency II. Le assicurazioni hanno un orizzonte temporale di medio lungo periodo e quindi la capacità di riassorbire la volatilità di sistema in un arco temporale maggiore”.

Gianluca Banfi, head of Finance Unipolsai spiega che le Banche centrali sono riuscite a contenere l’aumento della volatilità. “Durante il crollo dei mercati abbiamo migrato verso posizioni meno rischiose e ridotto l’esposizione ai titoli governativi italiani”, spiega. “In questa seconda ondata siamo ancora orientati verso una politica di de-risking. Prediligiamo investimenti nel settore infrastrutturale che hanno dimostrato una maggiore resilienza rispetto alle asset class tradizionali”.

Simone Francazi, direttore Investimenti e Finanza Sara Assicurazioni, sia aspettava già prima della drawdown di marzo una correzione sui mercati: “Avevamo già un portafoglio scarico dal rischio, dato che ci trovavamo nel ciclo economico più lungo della storia. Per questo motivo eravamo investiti in titoli azionari resilienti e obbligazionari con bassa duration e investment grade”, spiega. “Ad oggi stiamo aumentando l’esposizione sulle asset class azionarie e su titoli corporate con duration maggiori".

Secondo Emilio Pastore, head of Finance and Treasury HDI Assicurazioni, è stato fondamentale tenere sotto controllo la liquidità. “Durante il primo lockdown abbiamo azzerato il peso sull’azionario e in controtendenza al mercato, abbiamo aumentato l’esposizione sui BTP per cogliere le occasioni dettate dall’allargamento degli spread. Questa scelta, ad oggi, è stata premiante”

Matteo Riccardi, direttore Finanza Bipiemme Vita spiega che, al contrario di quello che si pensa, anche le asset class alternative hanno mostrato una correlazione con quelle tradizionali al momento del crollo di marzo. “Il periodo cupo che abbiamo iniziato a marzo non è ancora finito con davanti la prospettiva che i tassi d’interesse rimarranno bassi per molto tempo”.