Aspettando la ripresa dell'eurozona...

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foto: autor mauroppi, Flickr, creative commons

L’attesa non è ancora finita. La crescita nell’eurozona continua a farsi desiderare, con una conseguente debolezza della domanda di prestiti e un miglioramento della qualità del credito che si mostra più lento e graduale delle previsioni. Ma alcuni dati congiunturali della zona euro fanno sperare che si tratti di una fase contingente e che il circolo virtuoso della ripresa finalmente possa riprendere fra il III e IV trimestre di quest’anno. Verso la fine dell’anno dovrebbero dispiegarsi gli effetti positivi del 'super pacchetto' comunicato a giugno dalla BCE e si terranno le prime aste relative ai nuovi prestiti a lungo termine concessi alle banche, condizionati al credito a famiglie e imprese, i cosiddetti Tltro.

In particolare, se la locomotiva tedesca nel II trimestre di quest’anno ha rallentato i ritmi di crescita (basti pensare che a giugno gli ordinativi in Germania hanno accusato una contrazione del 3,2% rispetto al mese precedente dopo, a sua volta, la flessione nell’ordine dell’1,6% a maggio), il Pmi manifatturiero di luglio è salito a 52,9 punti, un punto sopra le attese, mentre quello composito si è portato a 55,9, ai massimi da tre anni. Ancora nel complesso dell’Eurozona si registra un balzo inatteso del Pmi composito: per i direttori degli acquisti ci sarà una consistente ripresa dell’attività sia nel manifatturiero che nei servizi, dal livello di 52,8 di giugno (minimo degli ultimi sei mesi) a 54, molto vicino al livello massimo da tre anni, raggiunto in aprile. Un supporto concreto alla congiuntura economica del Vecchio Continente arriva poi dalla moneta unica, il cui percorso di indebolimento è accelerato nelle ultime settimane.

Accanto a quello della crescita, l’altro importante tema su cui si concentra il dibattito, è ancora quello del lungo periodo di bassa inflazione, che nell’Eurozona è influenzata da due fattori, ovvero prezzo dell’energia e tasso di cambio; a nostro parere, però, al momento non sussistono i presupposti per uno scenario di deflazione anche perché si sta andando verso una lenta stabilizzazione. Le componenti 'core' dell’inflazione mostrano due dinamiche differenti, con i servizi in tendenziale risalita e i beni ancora deboli.

Oltreoceano, invece, l’inflazione continua a correre soprattutto sotto la spinta dei costi di carburanti ed energia: a giugno l’indice di prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% sul mese precedente, sostenuto per ben due ter- zi proprio dai prezzi dei carburanti. A questo proposito, non mancano gli economisti convinti che la dinamica dei prezzi potrebbe superare, già entro la fine del 2014, l’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve. Infatti, il mercato del lavoro potrebbe tornare ad alimentare una dinamica moderatamente reflazionistica: l’indice dei prezzi sta iniziando a mostrare dei segnali di accelerazione, in particolare negli ultimi tre mesi, che se confermati potrebbero riportare l’inflazione ben sopra il 2,0%.

Mercati Obbligazionari

I portafogli dei nostri fondi obbligazionari continuano ad essere caratterizzati da un lieve sottopeso sui titoli tedeschi e da un modesto sovrappeso sulla periferia, in particolare su Italia, Portogallo e Irlanda; posizione neutrale nuovamente sui titoli spagnoli. Continuiamo ad avere un giudizio costruttivo e ad essere quindi investiti sui titoli governativi italiani in quanto riteniamo che i fondamentali domestici possano migliorare nel breve periodo. Inoltre, la visione del team gestionale di Anima resta costruttiva sulle obbligazioni societarie, supportate dalla ricerca di extra-rendimento nel contesto di un quadro macro in miglioramento, liquidità abbondante e volatilità compressa.

Valute

Ci aspettiamo un apprezzamento nel medio periodo della valuta americana, su cui manteniamo una posizione di sovrappeso all’interno dei nostri fondi obbligazionari. Positivo ancora – se pur con una posizione marginale all’interno dei portafogli – anche il giudizio sulla sterlina inglese. I portafogli, infine, risultano in sovrappeso su alcune selezionate valute dei paesi emergenti, come ad esempio il peso messicano, che sta beneficiando della ripresa economica americana. Posizione ancora di sottopeso per quanto riguarda lo yen.

Mercati azionari

Dopo diversi mesi, il giudizio sui mercati azionari a livello globale, da positivo è stato tatticamente ricondotto alla neutralità. Riteniamo che i prossimi mesi saranno contraddistinti dall’assenza di un catalyst importante e pertanto da maggiore incertezza e volatilità, con una direzionalità meno spiccata e rendimenti nel complesso più modesti rispetto a quelli del 2013; in sintesi le probabilità di una correzione sono aumentate nel medio lungo periodo. Per quanto riguarda il posizionamento dei nostri fondi azionari europei, si riscontra, pertanto, in primo luogo una riduzione del peso del comparto finanziario: la visione resta invece di segno positivo sul settore farmaceutico - alla luce della sostenibilità della crescita delle vendite, derivante dai nuovi prodotti lanciati, senza contare che la solidità dei bilanci e l’alta generazione di Free cash flow favoriscono la crescita della remunerazione per gli azionisti - e su quello dei consumi discrezionali, per sfruttare un eventuale beneficio dovuto ad una potenziale politica espansiva effettuata dalla BCE. Viste le tensioni geopolitiche, l’attraente valutazione e l’elevato dividend yield rispetto al mercato bond, è stato sovrappesato il comparto energetico; è stato poi aumentato anche il peso sul settore delle materie prime, che beneficiano delle manovre espansionistiche avviate dal governo cinese e di strategie aziendali tese al miglioramento della generazione di cassa. Sottopeso, per finire, sul comparto degli industriali.