Argentina, un’opportunità di crescita

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Ci sono delle criticità specifiche che rendono fragili alcune economie sudamericane nel contesto attuale, caratterizzato dall’apprezzamento del dollaro e da un atteggiamento reputato più aggressivo da parte del FOMC (“che porta a maggiori rendimenti dei Treasury a 10 anni”). Tuttavia, Xavier Hovasse, fund manager Emerging Equities di Carmignac, ritiene che l’Argentina sia “una tra le economie dei mercati emergenti che presenta le migliori opportunità di crescita, perché vanta di tassi di penetrazione dei settori bancario ed e-commerce tra i più bassi al mondo. Con il PIL in miglioramento, oltre alla diminuzione dell'inflazione e dei tassi di interesse, prevediamo che questi due settori cresceranno significativamente nei prossimi anni”, commenta il gestore a Funds People.

Secondo Hovasse e il suo team, da quando Macri è salito al governo nel 2015, il Paese ha cominciato a virare verso la giusta direzione: “la sua amministrazione sta mantenendo le promesse e si sta spostando gradualmente verso una politica economica ortodossa, decisioni che cominciano a dare i propri frutti. Ciononostante, non sarà un’impresa facile”. Per l’esperto, ci sono molti elementi rassicuranti che supportano la view costruttiva di Carmignac per i prossimi mesi:

1) Il Paese ha reagito nel modo giusto: la Banca centrale è intervenuta e recentemente ha rialzato i tassi per tre volte, portandoli dal 27,25% al ​​40%, al fine di rassicurare i mercati e arrestare il deprezzamento della valuta.

2) Il disavanzo primario dell'Argentina si sta riducendo rapidamente.

3) L'Argentina sta accumulando riserve in valuta estera.

4) Nella seconda metà del 2018, l’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire.

5) Per quanto riguarda la stabilità politica e le riforme, poco più di due anni dopo l'insediamento di Macri, la sua amministrazione ha mantenuto e continua a mantenere le promesse.

6) Nelle elezioni di metà mandato dello scorso 22 ottobre 2017, il partito del presidente Macri ha ottenuto risultati migliori del previsto e ha rafforzato la propria posizione sia nella camera bassa sia in Senato. 

Venezuela, dove sta andando il Paese dopo le elezioni?

L’economia sudamericana certamente più in difficoltà è il Venezuela. Il Paese sta attraversando una pesante crisi economica, apparentemente “senza avere volontà politica o competenze adeguate per migliorare la situazione”. Hovasse afferma come, dopo decenni di cattiva gestione economica, le recenti elezioni si sono svolte con massicce irregolarità e gli Stati Uniti stanno nuovamente minacciando sanzioni e misure contro il settore petrolifero, già in evidente difficoltà. “Anche senza considerare l’impatto delle eventuali sanzioni statunitensi (gli USA minacciano di bloccare gli approvvigionamenti di nafta, la miscela utilizzata per diluire il petrolio ad alta densità e farlo defluire dai giacimenti verso la costa per essere diluito o esportato), il Venezuela è già in ritardo di un mese con la distribuzione del greggio e, secondo indiscrezioni, il Paese potrebbe decidere di non rispettare gli obblighi contrattuali. Il settore petrolifero rappresenta il 95% delle esportazioni venezuelane e il 25% del suo PIL: questo non fa presagire nulla di buono per il futuro prossimo”, dichiara il gestore. 

Il Carmignac Emergents (rating Blockbuster Funds People)

Hovasse è pertanto gestore del fondo con rating Blockbuster Funds People Carmignac Emergents, una strategia che, all'interno di un ampio ed eterogeneo universo di investimento, punta a raggiungere performance massime attraverso un approccio di gestione rigoroso, attivo, svincolato da alcun benchmark e socialmente responsabile. “Il fondo distribuisce un'asset allocation attiva per identificare i Paesi, i settori e i titoli più interessanti all'interno del suo universo di investimento. Le principali differenze con prodotti simili sul mercato riguardano un approccio di investimento sostenibile e a lungo termine: combinando la nostra comprovata esperienza pluriennale e il nostro rigoroso processo di investimento, abbiamo la capacità di individuare settori poco esplorati e aziende interessanti che offrono un impatto positivo a lungo termine”, commenta l’esperto.

“È un fondo low carbon con una combinazione di criteri finanziari di qualità, leva finanziaria a basso rischio, generazione di free cash flow sostenibili e bassa emissione di carbonio (sottopeso in aziende ad alta intensità energetica, esclusione di business di carbone e olio di scisto) – aggiunge il gestore – che impiega un'asset allocation attiva tra azioni, obbligazioni e valute dei mercati emergenti”. A detta di Hovasse, questa gestione attiva e convinta consente di:

• offrire la libertà di scelta e investire liberamente tra i mercati emergenti tradizionali e i mercati di frontiera meno noti (svincolati da asset class, aree geografiche, settori o capitalizzazioni di mercato) per cogliere le opportunità più interessanti;

• evitare parti poco attraenti dell’universo di investimento di Carmignac che potrebbero essere nel benchmark, come titoli sovraffollati, settori saturi, titoli non redditizi, Paesi con fondamentali poco solidi, ecc.;

• avere l'opportunità di ridurre l'esposizione del comparto più rappresentativo al rischio azionario al fine di proteggere il capitale investito in periodi di forti turbolenze di mercato (l'obiettivo del fondo è di mantenere un alto livello di esposizione ai mercati azionari).

Il fondo punta a sovraperformare il proprio benchmark nell’arco temporale di 5 anni pur offrendo una minore volatilità. “Il processo di investimento di Carmignac combina un approccio top-down fondamentale con un'analisi bottom-up disciplinata per selezionare i giusti Paesi, settori e azioni con un focus sulla ‘sostenibilità’ in termini di aspetti finanziari, economici ed ESG. La conseguenza è che il portafoglio prevede un investimento di qualità e di crescita. Il dimensionamento di ciascuna azione dipende dalla convinzione del team di gestione, dalle condizioni generali del mercato, dalla liquidità e dall'analisi del rischio. Il peso di ciascun titolo viene inoltre monitorato attentamente, e i casi di investimento vengono continuamente rivisti per garantire che le posizioni riflettano adeguatamente la tesi di investimento dei gestori e analisti e la liquidità specifica delle azioni”, dettaglia il fund manager.

I rischi di concentrazione (in termini di aree geografiche, settori, ecc.) sono costantemente monitorati dai portfolio manager e dal risk department. “I nostri fondi sono concentrati (da 40 a 60 posizioni) e prevedono un basso turnover. Dato il nostro approccio a lungo termine e lo stile di gestione attivo, non è raro che il portafoglio abbia allocazioni divergenti rispetto al benchmark. La gestione del rischio è integrata nel processo di investimento, con controlli che vengono effettuati in ogni fase del processo da parte dei fund manager, dai risk manager e dai team indipendenti. Un livello di controllo viene eseguito da un independent risk control team che garantisce il rispetto dei vincoli normativi e dei limiti interni. In parallelo, un independent compliance team monitora anche i vincoli normativi. Un ulteriore livello di controllo viene eseguito dall’indipendent middle office team, il quale garantisce che tutte le operazioni relative al fondo siano condotte senza interruzioni”, spiega Hovasse.

Infine, il gestore sottolinea come i derivati ​​non svolgano un ruolo sostanziale nel processo di investimento del fondo ma sono utilizzati solo su base marginale e occasionale per copertura del rischio di cambio (uso principale), limitare il downside risk in caso di forte calo del mercato, consentire ai fund manager di gestire efficacemente nuove sottoscrizioni, riflettere una visione macroeconomica a breve termine e gestire il rischio di liquidità. “I derivati ​​disponibili per il team sono opzioni (vanilla, barriera, binarie), futures e forward, swap (compresa la performance) e CFD (contratti per differenza) su uno o più sottostanti. L'esposizione complessiva a questi strumenti ​​è controllata combinando l'effetto leva atteso di 2 con il limite del VaR del fondo, che non deve essere più del doppio rispetto all'indice di riferimento”, conclude l’esperto.