Congresso del partito comunista cinese, nuova fiducia al modello della 'New China'

Chris Goldberg, Flickr, Creative Commons
Chris Goldberg, Flickr, Creative Commons

Il 2017 è stato caratterizzato da un andamento particolarmente positivo dei principali listini azionari, con i mercati asiatici che hanno fatto registrare le migliori performance. Dopo 10 anni di sottoperformance rispetto ai Paesi sviluppati, la crescita economica globale sincronizzata e il miglioramento degli utili societari hanno contribuito a sostenere la fase rialzista dei mercati asiatici. In termini di performance, l’indice MSCI AC Asia Pacific (escluso il Giappone) ha fatto registrare un rialzo del 27,17% nell’anno in corso (al 30/09). Tra i mercati più performanti troviamo la Cina, che ha un peso di circa il 27% nell’indice, con l’indice MSCI China che ha guadagnato il 43,4% nei primi tre trimestri dell’anno.

La Cina, che rappresenta il 30% dell’economia mondiale, è uno dei principali motori della crescita non solo per le economie emergenti ma anche per l’economia globale. Secondo il Global Financial Stability Report del Fondo Monetario Internazionale, la stabilità finanziaria mondiale risulta migliorata ma occorre monitorare alcune fonti di rischio come l’aumento del debito non finanziario delle economie del G20, la bassa volatilità sui mercati azionari, i rendimenti obbligazionari troppo bassi, le sofferenze bancarie nell’eurozona e il rallentamento dell’economia cinese, anche se appare moderato e controllato. Il Congresso del partito comunista cinese del prossimo 18 ottobre risulta particolarmente rilevante in quanto sancirà un ricambio importante degli alti vertici cinesi, dove 5 dei 7 membri del Comitato permanente lasceranno l’incarico per aver raggiunto i limiti d’età e i nuovi ratificheranno il secondo mandato del presidente Xi Jinping. Il team di ricerca di UBI Pramerica osserva come, nonostante le riforme politiche di grande portata, il primo mandato quinquennale di Xi Jinpingnon abbia mostrato alcuni punti deboli, come evidenziato dallo sviluppo del sistema bancario ombra, dalla volatilità del mercato azionario e dalle enormi uscite di capitali nel 2015-2016. "Ci aspettiamo che il prossimo mandato quinquennale faccia tesoro della lezione riguardo al corretto ordine delle riforme e che quindi la liberalizzazione finanziaria, e in particolare le aperture dei movimenti di capitale, avvengano a un ritmo più controllato", precisano gli esperti.

Generalmente, nell’anno successivo al Congresso, l’attività economica di tipo tradizionale, in particolare in termini di investimenti e crescita del reddito, tende ad aumentare.  A questo proposito, Emil Wolter, gestore del fondo con rating Blockbuster Comgest Growth Emerging Markets, spiega come per la leadership politica cinese sia fondamentale fronteggiare un contesto di eccesso di debito accumulato dalle imprese a controllo statale e intervenire sull’eccesso di capacità delle stesse. “Dal nostro punto di vista sarebbe preferibile una crescita del PIL più bassa e ‘auto-sostenuta’ rispetto ad una più alta in termini numerici ma 'amministrata' e spinta da investimenti di qualità inferiore. Un piano di interventi sulla scia delle riforme strutturali, insieme ad una riduzione del debito, rappresenterebbe una nuova fiducia nei confronti del modello della 'New China' guidata da un alto livello di consumi, una crescita del settore dei servizi e della produttività basata sull’innovazione", spiega il fund manager.

Il team di gestione del Comgest Growth Emerging Markets spiega come difficilmente il Congresso porterà cambiamenti nella view sui titoli che sono stati accuratamente selezionati. Il comparto è gestito attivamente secondo un approccio di investimento quality growth di tipo bottom-up e non è influenzato da elementi di natura macroeconomica. In particolare, il gestore esegue un’analisi dettagliata dei fondamentali per individuare le società in modo selettivo, secondo un approccio discrezionale. Il comparto investe in un portafoglio di società a elevata qualità e crescita a lungo termine. In particolare, almeno due terzi del patrimonio sono investiti in titoli emessi da società quotate o negoziate su mercati regolamentati e aventi sede legale o operanti prevalentemente nei mercati emergenti, o in titoli emessi o garantiti dai governi di Paesi emergenti, prevalentemente in Africa, Asia, America Latina, Europa orientale e meridionale. Il fondo può investire anche in titoli obbligazionari investment grade emessi o garantiti dal governo di un Paese dei mercati emergenti, degli USA o di uno Stato membro dell’Unione europea, laddove tale investimento sia ritenuto significativo nel migliore interesse degli investitori. In termini di diversificazione settoriale, il comparto concentra gli investimenti prevalentemente nel settore tecnologico, finanziario, dei beni di consumo difensivi e dei servizi alla comunicazione.