Anima SGR, vicina a Piazza Affari

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Il management del primo operatore indipendente nel settore del risparmio gestito in Italia non esclude che lo sbarco in Borsa possa avvenire entro il mese di aprile. “Siamo in attesa dell’ok da parte delle autorità preposte (Borsa Italiana e Consob, ndr)”, ha commentato Marco Carreri, amministratore delegato di Anima Holding e di Anima sgr davanti ai giornalisti della stampa estera.

Così Anima Holding Spa, società di partecipazioni che controlla Anima SGR, che ha sede in Corso Garibaldi 99 a Milano, ha presentato a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni ordinarie sul Mercato Telematico Azionario e richiesta a Consob l’approvazione del prospetto relativo all’offerta pubblica di vendita (opv) e quotazione delle azioni. “Per noi è un orgoglio il fatto di procedere, attraverso la quotazione, in un percorso di crescita che è cominciato quasi cinque anni fa. Ora siamo pronti ad andare sul mercato”, afferma con orgoglio il manager. 

Il modello di business del gruppo è solido: nel 2013 i ricavi sono stati di circa 220 milioni di euro, in crescita di oltre il 30% rispetto al 2012 (quando erano 165 milioni). Anima Holding è la nuova denominazione, deliberata dall’assemblea degli azionisti in data 5 febbraio 2014, per associare al progetto di quotazione il marchio della SGR. Ha fatto sapere Carreri che “la quotazione avverrà attraverso la cessione di quote da parte degli attuali azionisti e non attraverso un aumento di capitale”. Secondo gli analisti il flottante dovrebbe oscillare tra il 40 e il 55%.

Ma chi sono i soggetti che venderanno? A vendere sono in parte gli attuali azionisti, Mps, Bpm, Clessidra e Prima Holding 2 (partecipata da Clessidra, Mps e manager di Anima). Al momento il fondo di private equity Clessidra ha il 37,1% della società, Banca Popolare di Milano il 35,3%, Banca Mps il 22,7% e il Credito Valtellinese il 2,8%. Il resto delle quote è detenuto dal management e altri soci. La società ha affermato che Bpm e Mps e resteranno azionisti di riferimento anche dopo lo sbarco in Borsa ma i conti saranno da fare dopo. Nel 2013 Anima, che ha un milione di clienti, nel 2013 ha segnato un utile netto a 120 milioni dai 43 milioni dell’anno prima. Alla fine del 2013 gli asset gestiti erano pari a 46,6 miliardi di euro (3,6% del mercato, quarto gestore in Italia), e nei primi mesi del 2014 hanno già superato i 48 miliardi di euro.