Anima SGR: volatilità in vista

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foto: autor Flavio Ronco, Flickr, creative commons

Così come l’agosto 2016 (il meno volatile da vent’anni, nonostante le preoccupanti premesse da post Brexit), anche quest’estate si chiude con una certa sonnolenza. Gli investitori hanno avuto tutto il tempo di abbronzarsi: la calda stagione non ha portato molti scossoni, tant’è che le principali asset class hanno toccato valori minimi di volatilità. Tutto grazie ad un panorama economico, sia negli Stati Uniti che in Europa, tutto sommato positivo, con una crescita solida che favorisce l’investimento anche negli asset più rischiosi. Una situazione di tranquillità che nei prossimi mesi potrebbe ricevere qualche manrovescio, almeno secondo gli esperti di Anima.

In ballo ci sono temi preoccupanti perciò gli esperti si preparano ad un possibile aumento di volatilità. “In primo luogo, bisogna prestare attenzione alle tensioni geopolitiche con la Corea del Nord: Il rischio di una vera e propria degenerazione della situazione non è trascurabile”, spiegano da Anima. Un altro fronte caldo è la politica americana. “Le frizioni tra il presidente Trump e il partito repubblicano costringono a monitorare gli sviluppi con attenzione”, aggiungono. Eppure il fattore di rischio più importante per i mercati, tuttavia, riguarda l’evoluzione delle politiche monetarie. “I mercati obbligazionari sembrano molto rilassati rispetto alla volontà delle banche centrali di proseguire lungo il sentiero di normalizzazione delle politiche monetarie”, dicono i gestori della società milanese. “Se è vero che le banche centrali procederanno in questo senso molto gradualmente, dopo la pausa estiva sono imminenti nuove  decisioni. A ottobre la Bce potrebbe annunciare il  tapering, ovvero una riduzione del piano di acquisti di quantitative easing e, per quanto riguarda gli  Usa, le sorprese negative sull’inflazione degli ultimi mesi hanno portato gli investitori a prezzare un sentiero di rialzo dei tassi decisamente diverso rispetto a quello immaginato dalla Federal Reserve. I membri della Fed si aspettano di alzare i tassi sette volte entro il 2019, mentre il  mercato nello stesso periodo prezza al massimo due rialzi”. Insomma, escludere una turbolenza futura non è così scontato.

Sintetizzando, e senza una degenerazione del rischio politico tra Usa e Corea del Nord, Anima ritiene che eventuali  fasi di correzione dovrebbero essere gestite tatticamente cogliendo eventuali opportunità di acquisto. I fondamentali macro e micro, infatti, giustificano il mantenimento di una view strategica positiva sugli asset rischiosi e sulle azioni in particolare, a discapito di obbligazioni e liquidità. I gestori infatti mantengono un atteggiamento prudente soprattutto sui titoli governativi a più alto merito di credito, mentre sul fronte valutario giudicano neutrale la view sul dollaro, e negativo quello sulla sterlina: “A più di un anno dal referendum sulla Brexit non si sa ancora quali saranno i  termini dell’accordo finale e, soprattutto, i  tempi. Questo non vuol dire che a fasi alterne non ci possano essere periodi di rafforzamento ma saranno occasioni di vendita”, dettagliano.

Azionario europeo, uno scenario costruttivo 

Se dunque la posizione sul mercato obbligazionario resta blanda, gli esperti di Anima puntano invece sui mercati azionari, soprattutto quello europeo. “Lo scenario è complessivamente costruttivo” spiegano, non solo per la voliatlità inferiore ma anche per gli utili solidi. “I mercati dell’area Euro sono stati gli unici veramente penalizzati, a causa della discesa dei  rendimenti obbligazionari (negativa per i  finanziari) e del rafforzamento dell’euro (negativo per  esportatori e relativo indotto). Questi fattori dovrebbero placarsi ed i mercati dell’Eurozona avranno margine per recuperare”, aggiungono gli esperti. Che si mostrano positivi anche per l’Italia. I segnali di miglioramento ci sono, dunque. Anche grazie all’intervento dello Stato sul settore bancario: “ha consentito di risolvere le situazioni di maggiore criticità garantendo la stabilità del sistema e la significativa riduzione del rischio sistemico. Restano, però,  le  incertezze sul  fronte politico. Un incremento di volatilità potrebbe caratterizzare il periodo che precederà le prossime elezioni”, concludono.

Giudizio positivo anche sull’azionario americano, sui mercati emergenti e sulle borse asiatiche. “Le società asiatiche, a livello di fondamentali, hanno riportato ottimi risultati, e a livello settoriale, energia, tecnologia e finanza hanno  registrato le sorprese  più positive. Le  revisioni delle aspettative sugli utili continuano ad avere un trend positivo, con i  settori ciclici favoriti  su quelli difensivi (in particolare il settore finanziario e quello dell’energia). La Cina resta il motore di questo processo: solide aspettative sulla crescita economica, indici PMI migliori del previsto, margini e generazione di cassa in miglioramento hanno portato gli utili attesi per il  2017 in rialzo dell’1,3% nel primo trimestre dell’anno. Anche per quanto riguarda il Giappone i segnali sono positivi, con crescenti evidenze che le riforme dello stewardship code stiano avendo un impatto positivo”, spiegano nel dettaglio.