Ottobre ancora positivo per il mercato europeo degli ETF

debby-hudson-z9Pm52pVh6M-unsplash
unsplash

Stando ai dati di Amundi ETF, nel mese di ottobre i flussi netti complessivi sul mercato europeo degli ETF ammontavano a 10,3 miliardi di euro, ripartiti in 7 miliardi sul mercato azionario e 3 su quello fixed income.

Captura_de_pantalla_2019-11-14_a_las_21

Fonte: Amundi AM

  • Le esposizioni globali hanno trainato i flussi nel mese di ottobre, con 2 miliardi di euro, seguite dagli ETF dell’Eurozona con 1,2 miliardi, mentre le esposizioni nord-americane hanno registrato afflussi minori rispetto al mese precedente, pari 384 milioni.
  • Gli ETF azionari SRI hanno registrato una raccolta robusta ad ottobre per oltre 1 miliardi di euro.
  • La raccolta degli ETF Smart beta è rimasta stabile nel mese, catturando 68 milioni di euro, con afflussi nelle esposizioni yield per 448 milioni di euro e 309 milioni di euro nelle esposizioni value. Gli ETF multifattoriali hanno invece subito deflussi per 229 milioni di euro.
  • A livello geografico il Regno Unito è rimasto in territorio positivo con 2,3 miliardi di euro.

 

Captura_de_pantalla_2019-11-14_a_las_21

Fonte: Amundi AM

“Gli investitori sono sempre meno disposti a pagare un sovrapprezzo per posizioni indubbiamente affollate, da una prospettiva stilistica o regionale, e sono pronti per un cambiamento. Hanno solo bisogno di qualcosa che lo provochi. Il nostro scenario di riferimento, cioè senza hard Brexit e con un accordo commerciale ristretto tra USA e Cina e sufficiente per ridare fiducia alle imprese e stimolare gli investimenti e la crescita degli utili, offre validi motivi per investire in azioni non statunitensi. Giustifica inoltre una rotazione verso i titoli value.", afferma  Fabiana Fedeli, global of head Fundamental Equities di Robeco.

I flussi riflettono le preferenze degli investitori in un determinato periodo, eppure c’è chi sostiene che sia giunto il momento di una strategia contrarian. “I settori value hanno sovraperformato rispetto ai titoli growth e i mercati più esposti al commercio globale hanno sovraperformato, così come i mercati emergenti”, commenta Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM. “In termini di allocazione settoriale, raccomandiamo l’orientamento verso società cicliche, con una preferenza per il settore dei semiconduttori, e abbiamo innalzato a neutral il nostro posizionamento sul settore automobilistico europeo e su quello dei beni di consumo durevoli statunitensi. Questi segmenti vengono negoziati a forti sconti sui titoli difensivi e dovrebbero registrare un rally con la stabilizzazione dei principali indicatori di attività economica. Stiamo riducendo anche le posizioni su titoli ad elevati rendimenti dei dividendi, che diventano meno interessanti al crescere dei rendimenti obbligazionari”, aggiunge.

  • Gli ETF sul debito governativo sono stati i più apprezzati con afflussi pari a 2 miliardi di euro. Gli investitori hanno privilegiato in particolar modo il debito dei mercati emergenti con 791 milioni di euro di net new asset, seguito dalle esposizioni short statunitensi che hanno registrato afflussi per oltre 413 milioni di euro.
  • Le obbligazioni societarie hanno attirato 955 milioni di euro di afflussi. Gli investitori continuano a essere esposti all'Eurozona, con oltre 1 miliardo di euro di net new asset.
  • Le esposizioni obbligazionarie SRI hanno raccolto 444 milioni di euro in Europa.
  • Gli investitori hanno inoltre privilegiato gli ETF Aggregate globali, che hanno raccolto oltre 600 milioni di euro.

Captura_de_pantalla_2019-11-14_a_las_21

Fonte: Amundi AM

Secondo esperti fixed income di NN IP gli investitori hanno mostrato nel complesso una preferenza per le obbligazioni ad alto merito creditizio a più lunga scadenza rispetto a titoli obbligazionari ad alto rendimento e di qualità inferiore, il che ha senso in un contesto che vede una politica monetaria accomodante della banca centrale e un quadro macroeconomico in lento deterioramento. Tuttavia, se le curve dei tassi d'interesse si inaspriscono, ciò comporta un rischio per la parte più lunga dello spettro delle scadenze. Inoltre, se il contesto operativo si deteriorasse ulteriormente in una direzione recessiva, i differenziali di credito potrebbero aumentare nonostante le politiche accomodanti delle banche centrali.

Il crescente interesse per i fattori ESG da parte degli investitori dell’area EMEA è da attribuirsi soprattutto ai cambiamenti normativi. “Il contesto normativo sta chiaramente spingendo gli investitori istituzionali verso un cambiamento radicale delle pratiche ESG. Nel corso dell'ultimo anno la maggior parte dei nostri clienti ha esplorato diverse soluzioni per i carbon profile e i rischi legati al cambiamento climatico presenti all’interno dei loro portafogli”, ha dichiarato Carlo Funk, EMEA head of ESG Investment Strategy di State Street Global Advisors.