Amundi: cosa aspettarci dalla politica americana?

Moyan Brenn, Flickr, Creative Commons
Moyan Brenn, Flickr, Creative Commons

L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha creato uno scenario di incertezza politica non solo negli Stati Uniti ma a livello globale. Il rischio politico riguarda prevalentemente i possibili cambiamenti sul piano economico e diplomatico. Tra le maggiori incognite figurano la politica di bilancio e fiscale, i programmi di spesa per infrastrutture e il protezionismo. I tagli delle tasse e il rilancio delle spese infrastrutturali avranno un impatto rilevante sul deficit, con conseguenze sui tassi di interesse a lungo termine, debito pubblico e politica monetaria.

Per quanto riguarda il protezionismo, Donald Trump ha intezione di imporre dazi doganali e di rinegoziare i trattati commerciali. L’imposizione di dazi doganali alle merci importate da Messico e Cina può rivelarsi controproducente per l’economia statunitense in quanto causerebbe l’aumento dei prezzi di tutte le merci importate di circa il 15%.

I cambiamenti saranno più moderati rispetto a quanto annunciato da Trump nella sua campagna elettorale in quanto il Congresso, organo legislativo del Governo federale degli Stati Uniti, solitamente si oppone a riforme economiche e fiscali che portano ad un peggioramento eccessivo del deficit.
 Nel caso in cui Trump 
abbandonasse le politiche protezionistiche ed i piani anti-immigrazione, l’aumento del deficit statale e del debito federale non sarà considevole.

Gli esperti di Amundi Asset Management individuano alcuni fattori della congiuntura internazionale e dei mercati finanziari che non saranno influenzati dalle politiche statunitensi. La crescita mondiale dovrebbe rimanere superiore al 3% e il commercio mondiale non sarà piu il motore della crescita mondiale a causa della riduzione generale degli investimenti e del potenziale di crescita. I timori di una stagnazione secolare non sono svaniti con l'elezione di Donald Trump. La BCE e la BoJ porteranno avanti politiche monetarie accomodanti anche nell'anno a venire, mentre la Fed continuerà a mantenere un atteggiamento di grande prudenza in quanto, nonostante un tasso di inflazione vicino al target, la crescita economica, la stabilità finanziaria e la solidità del dollaro non le consentono di attuare una vera e propria politica monetaria restrittiva. I negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sono da monitorare con attenzione, in quanto mobiliteranno i governi europei e il Regno Unito potrebbe incontrare delle difficoltà nell'ottenere l’accesso al mercato unico.

Considerando il contesto economico e politico a livello globale che si sta delineando per il 2017, Donald Trump sarà favorevole a una Fed restrittiva o espansiva? 
Gli esperti di Amundi precisano che la politica di Trump non sarebbe sostenibile senza il supporto della Fed. La Fed ha previsto ulteriori rialzi dei tassi di interesse nel 2017, ma continuerà a seguire una condotta prudente e ciò senza dubbio non dispiacerà al presidente statunitense. 

Nonostante i timori riguardo al protezionismo e ad un rialzo dei tassi negli Stati Uniti, i fondamentali dei Paesi emergenti sono migliorati: il Brasile e la Russia stanno uscendo dalla recessione e la Cina sta stabilizzando la sua crescita. Il programma politico e fiscale di Donald Trump avrà effetti estremamente negativi per l’avversione al rischio, la volatilità e gli asset rischiosi come quelli dei Paesi emergenti.

Dove investire, secondo Amundi

Diamo uno sguardo alle strategie di investimento e di asset allocation di Amundi per il 2017. Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, le politiche economiche e fiscali di Donald Trump non rappresentano l’unica fonte di incertezza. Le elezioni politiche in Europa nel 2017, il recente referendum costituzionale in Italia e le elezioni del presidente austriaco hanno indotto la società di asset management a ridurre la quota di rischio nei portafogli, soprattutto per quanto riguarda i Paesi periferici della zona Euro. Per quanto riguarda il debito emergente, mantengono la preferenza per il debito denominato in dollari e privilegiano le obbligazioni societarie USA rispetto alle loro omologhe europee.

Gli esperti esprimono una preferenza per i mercati azionari americani rispetto a quelli europei o dei Paesi emergenti. Per quanto riguarda i settori, Amundi detiene una posizione sovrappesata sui titoli farmaceutici ed energetici, con particolare focalizzazione sui titoli industriali e una posizione sottopesata sul settore automobilistico. La società di asset management si mostra favorevole ai titioli finanziari in quanto il rialzo dei tassi di lungo periodo, le prospettive di una stretta monetaria da parte della Fed e una curva più ripida dei tassi hanno reso più interessante quest’asset class.

Per quanto riguarda i mercati valutari, mantengono una posizione lunga in dollari, in particolare rispetto all’euro, e un atteggiamento prudente nel breve termine sulle valute dei Paesi emergenti. Prevedono un rafforzamento della sterlina sull’euro, ma questa tendenza non sarà sostenibile viste le incertezze legate alla Brexit.