Italia: siamo un Paese di illetterati finanziari e lo sappiamo

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foto: autor Ubald0, Flickr, creative commons

Che fossimo un Paese con una scarsa cultura finanziaria è cosa nota. L’ennesima conferma è arrivata da un sondaggio che Banca d’Italia ha condotto all'inizio del 2017 proprio per indagare sull’alfabetizzazione e l’inclusione finanziaria tra gli adulti italiani. La survey, condotta tra 2500 persone, fa parte di un progetto OCSE finalizzato a creare un set di dati comparabile a livello internazionale su questo importante argomento. I risultati dello studio mostrano l'esistenza di un sostanziale divario circa la cultura finanziaria tra l'Italia e gli altri Paesi del G20, ancora più marcato tra gli intervistati meno istruiti, gli anziani e le donne

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Il punteggio di conoscenza finanziaria è in media di 3,5 su un massimo di 7 punti, rispetto a una media del G20 di 4.3. Gli italiani sono generalmente inconsapevoli dei benefici della diversificazione del portafoglio: solo il 37% degli intervistati lo capisce che i rischi possono essere ridotti acquistando un'ampia gamma di titoli e azioni. Inoltre, meno della metà degli intervistati è in grado di calcolare un tasso di interesse semplice, mentre solo il 23% è in grado sia di calcolare un interesse semplice che di riconoscere l'ulteriore vantaggio della capitalizzazione nell'arco di cinque anni.

Anche il punteggio sul comportamento italiano è inferiore alla media del G20: 4,4 rispetto a 5,4 su una scala da 0 a 9. Il punteggio comportamentale è influenzato negativamente dalla bassa propensione degli italiani a perseguire obiettivi finanziari a lungo termine: solo il 27% degli intervistati concordano con l'affermazione "Stabilisco obiettivi finanziari a lungo termine e mi impegno raggiungerli '. Il budget è appena usato: solo il 37% degli adulti afferma che la propria famiglia stabilisce un budget per decidere quanta parte del loro reddito sarà speso per coprire le spesequotidiane e quanto sarà risparmiato. Tuttavia, e questo contribuisce positivamente al punteggio comportamentale, gli adulti italiani mostrano una tendenza inferiore a prendere in prestito: solo il 15% degli adulti si trovava in una situazione in cui il reddito familiare era insufficiente a coprire i loro costi di vita e hanno fatto ricorso al prestito per sbarcare il lunario negli ultimi 12 mesi.

Un importante gender gap.
Il livello di conoscenza finanziaria non è uniforme in tutta la popolazione. L'istruzione è uno dei fattori più importanti per garantire livelli adeguati di comprensione dei concetti finanziari. Il punteggio medio delle conoscenze scende da circa 4 per i laureati a circa 3,2 per quelli con istruzione secondaria e a 2 per quelli co n livelli di istruzione più bassi. In Italia ci sono anche divari di genere nell'alfabetizzazione finanziaria, però più piccoli di quelli registrati in altri Paesi. Tuttavia donne altamente istruite, hanno punteggi di conoscenza finanziaria più bassi rispetto ai loro colleghi di sesso maschile. Inoltre, le abilità finanziarie aumentano con l'età per gli individui più giovani e diminuiscono quando si va in là con l'età, con un picco intorno a 44 anni. Infine, il punteggio di conoscenza è inferiore per coloro che non lavorano, come casalinghe, pensionati, disoccupati o persone che cercano il loro primo impiego.

Consapevolezza delle proprie conoscenze
C'è un crescente interesse per i pregiudizi cognitivi e comportamentali che influenzano le decissioni finali dei consumatori. La consapevolezza delle proprie conoscenze in materia finanziaria può modellare il comportamento finanziario. Gli intervistati in Italia sono consapevoli delle loro lacune. Più della metà crede che la loro alfabetizzazione finanziaria sia inferiore alla media, rispetto a circa il 30% nella media del G20. Solo il 5% di italiani valuta la propria conoscenza al di sopra della media, rispetto al 25% dei Paesi del G20, mentre il restante 43% si considera come media.

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