Aletti Gestielle SGR: occhi puntati sulle tensioni tra USA e Cina

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All’interno di uno scenario macroeconomico caratterizzato da politiche monetarie meno accomodanti da parte delle principali Banche centrali (più evidenti negli Stati Uniti rispetto all’Europa), il principale fattore di rischio all’orizzonte per i mercati finanziari è rappresentato dalle tensioni commerciali tra USA e Cina, dato che ancora non si conosce quale sia il reale impatto sull’economia globale.

Davide Barattini (in foto), responsabile fondi flessibili Total Return mercati emergenti di Aletti Gestielle SGR, commenta che “la situazione è in continua evoluzione, ma ora i toni si sono scaldati. Trump aveva già richiesto un dazio del 25% su circa 50 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina, e ora ha richiesto un ulteriore 10% su beni per un valore di circa 200 miliardi di dollari. Fino a ieri la Cina aveva sempre risposto in maniera coinciliante. Ora la Cina è costretta a rispondere in maniera più decisiva, ma il bacino di beni che la Cina importa dall’America è nettamente inferiore (per un valore di circa 150 miliardi di dollari)”, aggiunge l’esperto. Barattini sostiene che ”questa eventuale reazione della Cina complicherebbe l’esercizio di attività all’interno del Paese da parte di stranieri, significherebbe quindi fare un passo indietro rispetto alle riforme di Xi Jinping per una maggiore apertura verso l’estero".

Da tensioni commerciali si può iniziare davvero a parlare di guerra commerciale. Barattini ritiene che “ad oggi, le ripercussioni sull’economia sono ancora contenute e gestibili, ma più tempo passa nel trovare delle soluzioni efficienti e più aumentano i rischi e le incertezze sui reali effetti che il problema avrà sulla crescita economica mondiale”.

“L’Europa non sarà immune dagli effetti di una guerra commerciale”, sostiene Pierluca Beltramelli, responsabile fondi flessibili Total Return mercati sviluppati di Aletti Gestielle SGR. Infatti, “in Europa il peso dell’export è molto alto, pertanto l’economia potrebbe accusare le minacce provenienti dal commercio internazionale”, spiega Beltramelli. Inoltre, “l’Europa ha una maggiore esposizione verso i mercati esteri rispetto a quelli domestici, pertanto potrebbero manifestarsi degli effetti negativi sugli utili delle aziende”, aggiunge il gestore.