Zenit SGR: i gestori scommettono sulla ripresa italiana

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I titoli corporate mini-bond ampliano la gamma di strumenti a disposizione degli investitori che intendono assumere un maggior grado di rischio a fronte di rendimento prospettico significativamente più elevato rispetto a ciò che prezza ora il mercato. Il primo paese europeo a credere in questa nuova forma di finanziamento è stata la Germania e il rendimento medio delle 92 emissioni nate dal 2010 ad oggi è del 7.5%, in linea con le 36 pioniere italiane. Il premio al rischio offerto è decisamente più elevato se confrontato con un Btp a 5 anni che arriva a pagare il 2.05%, o con una media di obbligazioni ad alto rendimento ormai al di sotto del 5%.

“È in questa ottica”, spiega Francesca Cerminara, responsabile Bond e Valute, “che Zenit SGR intende approcciare  il mondo delle obbligazioni emesse da piccole-medie imprese italiane non quotate, costituendo il Fondo Progetto MiniBond Italia,  con l’obiettivo di reperire nuovi capitali per avviare piani di crescita e sviluppo così da consentire alle pmi di tornare a essere competitive sia sul mercato nazionale, sia su quello internazionale”.

Il Fondo gestito da Zenit SGR, in cui Adb ricopre il ruolo di advisor, ha iniziato il processo di selezione delle migliori realta' imprenditoriali italiane, con una forte attenzione alla diversificazione geografica, settoriale e di emittente, seguendo il principio di non investire piu' del 25% in un unico comparto aziendale e privilegiando le imprese del made in Italy, con una spiccata propensione all'export.
“Verranno quindi finanziate società con un progetto di crescita credibile e idoneo a generare flussi di cassa in grado di ripagare gli impegni assunti, in un’ottica di differenziazione del rischio, sia emittente che settoriale”. 

Nel regolamento del fondo sono infatti presenti rigorosi limiti alla quota investibile in ogni singola emissione in modo da creare un portafoglio competitivo rispetto al mercato obbligazionario europeo, investment grade e high yield, senza esporre l’investitore a specifici rischi di concentrazione. Cerminara aggiunge inoltre che “la scelta di creare un fondo chiuso, della durata di 6 anni, risponde alla necessità di finanziare progetti di impresa a medio termine, e dalla considerazione che un mercato appena nato non può avere la liquidità di strumenti ormai consueti, ma gli investitori potranno in ogni caso beneficiare di una remunerazione periodica tramite la distribuzione”. 

Il fondo, che ha un obiettivo di raccolta di 100 milioni entro fine anno (in poco più di un mese e mezzo ne sono stati raccolti già 40) e investira' in emissioni di importo non superiore a 35 milioni di euro.