Vanguard si farà carico dei costi di ricerca derivanti da MiFID II

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Guilherme Augusto Oliveira, Flickr, Creative Common

L'entrata in vigore della direttiva MiFID II sempre è più vicina e già cominciano ad emergere le prime dichiarazioni pubbliche da parte delle società di gestione su come recepiranno la nuova normativa. L'ultimo colpo di scena lo protagonizza il gigante Vanguard: secondo quanto riportato Financial Times , il pioniere della gestione passiva ha annunciato che non trasferirà ai propri clienti i costi dell'analisi esterna, uno dei punti contenuti nella MiFID II.

Un portavoce della società ha commentato a Funds People che Vanguard dispone di sufficienti capacità interne di analisi dei mercati di investimento per dar supporto alla gestione "sia dei portafogli attivi, sia di quelli indicizzati". Inoltre, chiarisce che il management ricorre all'uso di analisi esterna "quando crediamo di poter aggiungere valore per i nostri clienti".

La società ha calcolato che i costi derivati dal research saranno inferiori ai 5 milioni di dollari, rispetto ai 100 milioni di dollari calcolati dal Financial Times nel suo articolo. "Questi costi saranno detratti dalle commissioni di gestione e, di conseguenza assunti da Vanguard" ha aggiunto il portavoce. 

Va ricordato che uno dei pilastri della seconda parte della MiFID è quello di migliorare la trasparenza dei costi, compreso il principio di best execution (i gestori avranno l'obbligo di presentare ai propri investitori dei budget che raccolgano con chiarezza i costi derivati dal research), che riguarda direttamente i gestori di fondi. In questo modo, uno dei cambiamenti più importanti sarà la separazione del pagamento per l'analisi da quello delle esecuzioni delle transazioni di compra-vendita, conosciuto anche come unbundling.

Negli ultimi mesi, le società di gestione che hanno confermato che assumeranno questi costi sono state molte, ad esempio Aberdeen, M&G Investments o Jupiter. La novità in questo caso sta nel fatto che Vanguard sia diventato il primo grande asset manager americano a fare un passo avanti per adattare il suo business europeo alla sfida posta da MiFID II.