UniCredit, target 2018 a 5 mld di utili. Nel nuovo piano taglio di 6.900 persone in Italia

Ghizzoni1-300x199
foto: autor economiaweb

Unicredit vara il nuovo piano industriale al 2018. E prevede 18.200 tagli del personale (6.900 in Italia), includendo la vendita della controllata in Ucraina e la società paritetica con il Santander e i fondi sulla controllata del risparmio gestito Pioneer. Gli altri 12mila lavoratori circa lasceranno il gruppo per effetto di razionalizzazioni nei centri direzionali (dove è previsto un calo del 17% rispetto alla forza lavoro 2014) e nella rete di banca commerciale in Germania, Austria e Italia e Centro Est Europa (-9%), così da portare la forza lavoro a 111mila dipendenti fra tre anni. Il nuovo piano industriale al 2018 è “totalmente autofinanziato”, sottolinea la banca, facendo intendere che per realizzarlo non sono previsti aumenti di capitale. Il documento strategico approvato ieri dal CdA, che aggiorna gli obiettivi al 2018, si basa su cinque pilastri: i primi due, quelli da cui ci si attende i ritorni maggiori, sono la riduzione dei costi operativi (1,6 miliardi i risparmi attesi, più le risorse uscenti) e la cessione o la ristrutturazione entro il 2016 di business poco redditizi, come il retail banking in Austria e il leasing in Italia, oltre alla controllata in Ucraina.

“Abbiamo approvato un piano che prevede per il 2018 obiettivi importanti in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e di distribuire dividendi”, ha dichiarato Federico Ghizzoni, ad di UniCredit. “Possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi, sia con azioni di discontinuità come l’uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditività. Prevediamo investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l’evoluzione digitale del gruppo investiremo un miliardo e duecento milioni di euro”. Il piano punta a consolidare la banca dal punto di vista patrimoniale (12,6% di Common equty tier 1 al 2018) e della redditività: entro il 2018, infatti, il gruppo intende raggiungere i 5,3 miliardi di utile netto, con un Roe pari al 11%. Nei prossimi tre anni, la distribuzione dei dividendi sarà pari al 40% degli utili. 

I tagli al personale 
Sui 18.200 tagli al personale nel Gruppo previsti dal nuovo piano a 2018 di UniCredit, 6mila sono già coperti dalla prevista cessione della controllata in Ucraina e dalla joint venture Pioneer-Santander AM: dei restanti 12.200 tagli, 6.900 avranno luogo in Italia. Nel dettaglio, i dipendenti del Gruppo in Italia (esclusi i Corporate Centres) scenderanno da 49mila nel 2014 a 43.200 nel 2018, una riduzione di 5.800 unità, alle quali si deve aggiungere il taglio di 1.100 unità nei Corporate Centres in Italia, i cui livelli occupazionali scenderanno da 7.600 persone nel 2014 a 6.500 persone nel 2018.

I numeri dei primi nove mesi del 2015
La trimestrale vede 507 milioni di utili, più dei 458 attesi dagli analisti, che portano a 1,54 miliardi i profitti dei primi 9 mesi dell’anno (-29,8% sul 2014), su cui hanno pesato oneri straordinari per 400 milioni relativi alla svalutazione della controllata ucraina Ukrsotsbank (in via di cessione) e ai maggiori accantonamenti sui crediti in franchi svizzeri in Croazia. Al 30 settembre il Cet1 transitional si attesta al 10,53%, ma sale a 10,93% se si include la joint venture Pioneer-Santander. A questo riguardo, la banca insieme ai partner spagnoli e ai fondi Atlantic e Warburg Pincus ha sottoscritto l’accordo quadro vincolante per l’integrazione di Pioneer Investments e Santander Asset Management da cui nascerà “una società leader a livello globale nel settore dell'asset management”, di cui Piazza Gae Aulenti possiederà il 33%. “Le parti avvieranno le azioni necessarie per ottenere le autorizzazioni dovute, incluse quelle delle autorità regolamentari nei Paesi dove le due società sono presenti”, si legge in una nota. Il completamento dell’operazione è previsto nel 2016.