Un trimestre incerto

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Commento a cura di  Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management.

Il terzo trimestre dell’anno si conclude con numeri positivi in generale per i mercati finanziari. Gli azionari crescono in maniera significativa mentre le obbligazioni riescono a consolidare le importanti crescite dei primi sei mesi.

Tuttavia il dato riassuntivo di performance non mostra il reale percorso registrato dai mercati che non è stato certamente così lineare. Soprattutto sull’azionario si sono infatti alternate fasi di salita a bassa volatilità con momenti di più forte incertezza e conseguente aumento delle oscillazioni, proprio come avvenuto nel corso del mese di settembre conclusosi insinuando qualche dubbio in più circa le attese per la conclusione dell’anno.

I mercati restano ancora una volta sostenuti non tanto da dati macroeconomici di valore, con un ciclo economico che stenta a ripartire, quanto da Banche centrali che permangono molto accondiscendenti sulla politica monetaria, fornendo al sistema livelli di liquidità altissimi e contemporaneamente rendimenti obbligazionari ai minimi storici. Un atteggiamento dunque di sostanziale supporto ai mercati ma con effetti reali talmente limitati da mettere sempre più in discussione la credibilità delle politiche stesse.

Nei prossimi mesi certamente l’attenzione si posizionerà dalle Banche centrali, che ormai hanno giocato tutte le carte possibili, alla politica dei governi chiamati ad interventi strutturali necessari a generare benefici diretti sull’economia ed una normalizzazione degli attuali squilibri della curva dei rendimenti. Venendo ai dati gli azionari chiudono il trimestre in positivo (Msci World +3.19%) con un netto sovrarendimento per il Giappone (+6.18% Topix) e per i mercati emergenti (+8.32%) trainati da Brasile ed Hong Kong. Fanno molto bene i settori technology e basic material, mentre faticano telecommunication ed utilities. Discorso a parte invece sulle tematiche finanziarie, colpite, soprattutto in area euro, dal riemergere delle criticità a livello bancario, ulteriormente evidenziate dalle vicende di alcuni istituti in particolare, che hanno portato ad un generale aumento della volatilità ed a continui e repentini cambi di fronte in termini di risultati.

Sul frangente obbligazionario i risultati restano positivi e le quotazioni sostanzialmente vanno a stabilizzare i forti progressi segnati nei primi sei mesi dell’anno anche se il recente repricing, soprattutto sui governativi, aggiunge qualche incertezza alla sostenibilità di un clima esclusivamente ribassista sui tassi, soprattutto sulle scadenze medio lunghe. Il saldo del trimestre rimane molto positivo per governativi emergenti, corporate e high yield.

Molto il nervosismo in generale sulle materie prime ed in particolare sul petrolio, alla ricerca di una stabilizzazione delle quotazioni propedeutica a nuovi apprezzamenti. Poche novità sul lato valutario con l’euro in parziale riapprezzamento.

Lo scenario macroeconomico globale resta sfidante e il quadro atteso per il trimestre entrante presenta dunque sulla carta alcuni elementi di incertezza, in particolare sul frangente obbligazionario che già ha espresso molto in termini di crescita da inizio anno.

La chiusura dell’anno sugli azionari, tuttavia, si presenta, in termini di attese, con un’impostazione più positiva rispetto a quanto era nelle carte per la fase estiva. Rimane nei giochi il rischio di questa asset class, dove non è certo marginale la possibilità di qualche temporanea deriva ribassista soprattutto nella fase iniziale del trimestre, ma, se si escludono gli impatti emotivi derivanti da un aumento della volatilità, riteniamo in questo contesto utile sfruttare eventuali incertezze per posizionarsi sul mercato.

Per il mese di ottobre viene incrementata l’esposizione azionaria complessiva nella logica di un maggiore investimento per l’ultimo trimestre dell’anno.

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Sul lato allocazione vengono rivisti alcuni driver di performance con scelte settoriali mirate a favore di telecommunication, healthcare ed utilities. A livello geografico viene in particolare ridotto il peso dei mercati emergenti con investimenti convogliati verso Usa ed area euro ed in particolare sulla Germania. A livello obbligazionario il rendimento viene ricercato ancora sulle tematiche a spread con un rischio complessivo del portafoglio comunque contenuto. Rimane invece sostanzialmente bilanciata l’esposizione valutaria extra euro. Buona Performance!