UBI Pramerica: evoluzione dell’industria del risparmio gestito

Erwin Morales, Flickr, Creative Commons
Erwin Morales, Flickr, Creative Commons

Il 2016 è stato un anno molto positivo per l’industria del risparmio gestito, che si è concluso con 54 miliardi di raccolta netta, registrando una crescita sia nelle gestioni collettive che in quelle patrimoniali.

Gli esperti di UBI Pramerica SGR si soffermano sull’andamento dell’industria del risparmio gestito nel 2016 e sulle prospettive per il 2017, analizzando il contesto economico globale. Il mercato obbligazionario in Italia pesa più del 42% e nel 2016 ha raggiunto una raccolta netta di più di 18 miliardi. Andrea Ghidoni, amministratore delegato e direttore generale di UBI Pramerica SGR, afferma che la crescita del settore del risparmio gestito è stata favorita dalle banche e dalle SGR italiane controllate da gruppi bancari italiani che hanno rappresentato più del 90% della raccolta netta del mercato. Nel 2016 si sono create le premesse per un’ulteriore concentrazione del settore, che è già altamente concentrato in quanto 5 operatori rappresentano più del 58% del mercato.

I dati di Assogestioni confermano il trend del 2016, ossia UBI Pramerica è cresciuta dell’11.7%, ossia quasi 4 volte il mercato. Questa crescita è stata favorita fondamentalmente da 2 elementi: vicinanza alla rete dei collocatori e all’evoluzione dell’offerta grazie alla tempestività in termini di risposta ai collocatori.

Emilio Franco, responsabile degli investimenti di UBI Pramerica, analizza il contesto macroeconomico del 2016 e indica le prospettive per il 2017. Siamo in una fase positiva a livello macroeconomico, si assiste ad una riaccelerazione contenuta del PIL reale e una riaccelerazione contenuta dell’inflazione. La ripresa è stata debole a livello globale a cause di svariati motivi come l’invecchiamento della popolazione e da una modesta crescita della produttività. Contrariamente alle aspettative, dopo 5-6 trimestri di attività manifatturiera molto repressa, da luglio 2016 si è cominciato ad assistere ad una riaccelerazione della produzione industriale a livello globale e ad una ripresa dell’inflazione, favorita dalla ripresa dei prezzi delle commodities dal secondo bimestre del 2016. L’Eurozona è entrata nel 2017 con un tasso di crescita reale annualizzato intorno al 2%, mentre gli USA con un tasso del 2.5%. In questa fase di discontinuità, la reflazione assume un’importanza notevole data la correlazione positiva tra il PIL nominale e gli utili delle imprese, con gli investimenti, l’occupazione e, potenzialmente nel lungo termine con l’aumento della produttività.

Da luglio 2016, il mercato ha iniziato a mostrare trade reflazionistici, ossia abbiamo cominciato ad assistere a cross asset e sovraperformance dei mercati azionari. In questo scenario l’economia reale è la principale beneficiaria. Si è registrata la sovraperformance di alcune asset class come le commodity, i mercati azionari più ciclici e le obbligazioni High Yield, mentre hanno cominciato a sottoperformare i settori su cui tutti gli investitori si sono concentrati per proteggersi dal rischio, ad esempio ha iniziato a sovraperformare il value sul growth in termini di stili e lo small cap contro il large.

Se da luglio ad ottobre/novembre, alla luce di vicende imprevedibili come la Brexit, gli investitori si sono potuti permettere di non assecondare appieno il posizionamento del reflation trade, ora è necessario un riposizionamento dei portafogli. Questa dinamica potrebbe continuare nel 2017, ma sono necessarie conferme dal punto di vista macro e micro, ossia le aziende dovranno cominciare a dare segnali che gli utili stanno riaccelerando. Siamo in una fase di reporting season, in cui le aspettative dal punto di vista corporate stanno migliorando e potrebbero dare un’ulteriore spinta alla crescita attraverso una riaccelerazione degli investimenti delle aziende.

Gregory Peters, gestore delegato delle strategie obbligazionarie globali di UBI Pramerica, fornisce un quadro del settore obbligazionario globale. Nell’attuale contesto di incertezza politica globale e di elevata volatilità sui mercati finanziari, cosa dovrebbe fare un investitore obbligazionario?

Secondo l’esperto, in questo momento le opportunità superano i potenziali rischi e le obbligazioni sembrano ben posizionate per ottenere solide performance. L’andamento dei mercati dipenderà molto dalle politiche che verranno attuate e al momento si intravedono svariati scenari possibili. L’attuale livello dei rendimenti dei Treasury sembra offrire un buon livello di remunerazione e lo spread nei settori Investment Grade, High Yield e  prodotti strutturati dovrebbero restringersi ulteriormente e guidare una solida performance. Nel 2017 l’outlook generale rimane favorevole all’obbligazionario, i settori a più alto rendimento dovrebbero riportare le migliori performance e le prospettive per i prodotti a spread rimangono favorevoli grazie al miglioramento marginale dei fondamentali e dei fattori tecnici positivi.