La resilienza dell'economia thailandese

Alessandro Caproni, Flickr, Creative Commons
Alessandro Caproni, Flickr, Creative Commons

La ripresa dell’economia thailandese dovrebbe proseguire a ritmo moderato nei prossimi anni. Il 2016 si è chiuso con una crescita del PIL pari al 3,2%, rispetto al 2,9% del 2015. Nonostante la crescita contenuta delle esportazioni, il saldo delle partite correnti esterne si è ulteriormente rafforzato. Nei prossimi anni, la crescita sarà guidata dalla vivacità del settore del turismo e dagli investimenti pubblici, in particolare in infrastrutture. Nel 2017 si prevede un aumento dell’inflazione complessiva grazie al rialzo dei prezzi dell’energia, anche se resterà al di sotto del target fissato dalla Banca centrale della Thailandia, mentre l’inflazione core rimarrà su livelli contenuti.

Negli Stati Unit, il mix tra politica fiscale espansiva e politica monetaria più restrittiva potrebbe portare ad un deflusso di capitali dal mercato thailandese e un aumento dei costi di finanziamento. Il protezionismo commerciale potrebbe avere un impatto maggiore sulle economie aperte come la Thailandia. In questo contesto, un allentamento monetario permetterebbe di contrastare il rischio di un prolungato periodo di bassa inflazione e eviterebbe un ulteriore rialzo dei tassi di interesse reali.  

Il mercato thailandese negli ultimi anni si è mostrato resiliente di fronte agli shock esterni e domestici. L’indice SET ha chiuso il 2016 a 1542,94 punti, guadagnando il 20%. L'elevata volatilità sul mercato azionario thailandese non è dovuta solamente ad eventi politici globali come l'incertezza legata alle riforme di Donald Trump e agli effetti della Brexit sull'economia globale, ma anche a fattori domestici come la morte del re Bhumibol Adulyadej e l'approvazione della nuova costituzione voluta dai militari. Da settembre 2016, il mercato azionario thailandese è apparso particolarmente volatile e instabile per via delle condizioni di salute precarie del re Bhumibol Adulyadej che hanno aumentato l'incertezza politica. A seguito della morte di Bhumibol (13 ottobre), i mercati thailandesi e il baht sono rimbalzati. Entrando più nel dettaglio, l'indice SET dal 13 ottobre al 30 dicembre ha guadagnato il 9,2%, mentre il baht è salito dell'1,2%.

Nei 3 mesi successivi alla morte di Bhumibol, si sono verificati consistenti deflussi di capitali dai mercati finanziari thailandesi. Nonostante la nomina di Maha Vajiralongkorn come nuovo re della Thailandia, la situazione politica rimane molto incerta e la debolezza del baht è la conseguenza naturale delle aspettative di ulteriori aumenti dei tassi di interesse.

Nella categoria dei fondi azionari Thailandia troviamo il fondo Consistente Funds People Allianz Thailand Equity (ranking fondi Consistenti Funds People 2016). Il comparto, con un patrimonio totale pari a 136,46 milioni di euro, mira a generare un apprezzamento del capitale investito nel lungo termine. Almeno il 70% delle attività del fondo viene investita, direttamente o tramite derivati, in azioni e titoli equivalenti di società costituite in Thailandia. Il gestore investe prevalentemente in medium e large caps e adotta una strategia altamente diversificata a livello settoriale. Il fondo investe il 15% del patrimonio totale nel settore dei beni di consumo ciclici e tra il 10 e l'11% in svariati settori come materie prime, immobiliare, beni di consumo difensivi, energia e beni industriali. Il prodotto ha fatto registrare un rendimento del +20,2% nel 2016, una netta inversione di tendenza rispetto al -8,1% del 2016. Nel primo bimestre del 2017, il fondo ha guadagno l'1,5%.