Corcos (Assogestioni): "Oggi il patrimonio gestito è pari al 118% del PIL"

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Nuovi scenari macroeconomici, tassi d'interesse ai minimi storici e una rispresa che stenta a decollare, tra gli alti e bassi del mercati finanziari. Sono questi alcuni dei grandi temi al centro della plenaria di apertura del Salone del Risparmio 2016. Un contesto difficile, all'interno del quale si muovono i risparmiatori che cercano, come sempre, stabilità, protezione e fiducia. Ma che si trovano spesso a dover fare i conti con rendimenti  reali negativi. Dall'inizio d'anno i mercati vivono un saliscendi continuo, e la volatilità registrata per molti esperti sembra destinata a durare nel corso dell'anno.  E proprio in questo contesto che ha senso parlare di grande valore della gestione professionale. Perché proprio con questi grandi temi l'industria del risparmio deve confrontarsi giornalmente e, con molto probabilità anche nel corso dei prossimi anni.

La fotografia dell'industria del risparmio gestito arriva dunque proprio in apertura della tre giorni. E per voce del neo presidente di Assogestioni Tommaso Corcos. "Negli ultimi anni - da metà 2012 a oggi per la precisione - la raccolta è cominciata a salire, con un trend rialzista significativo. Oggi Il patrimonio gestito è pari al 118% del PIL ed equivale al 45% del totale delle attività finanziarie delle famiglie". Corcos si dice orgoglioso dei risultati ottenuti che devono però leggersi come "trampolino di lancio per il futuro", proprio quando il ribilanciamento dal risparmio amministrato a quello gestito è figlio di un trend generazionale.

"Ci aspettiamo una crescita annua dell’asset management globale di circa il 2% nel prossimo quinquennio", continua il presidente di Assogestioni. Ma per far questo serve "rimettere al centro il cliente", passando da un investimento a breve termine a una pianificazione più strutturata. Solo il 22% delle attività finanziarie italiane investe infatti nel lungo tempo, per una cifra media di 12mila euro. Per questo, secondo Corcos, sarebbe opportuno un incentivo fiscale per il risparmio di lungo termine. "Il risparmio a lungo termine diventi un obiettivo di policy", afferma convinto. Se solo il 37% dei risparmiatori italiani possiede delle conoscenze adeguate, il problema si chiama  allora "cultura finanziaria" . L'Italia è perfino dietro la Cina e la Russia, e il gap non si sta restringendo nemmeno con le nuove generazioni. Insomma "sull'educazione finanziaria si può fare di più" aggiunge il presidente di Assogestioni. Che auspica anche un dialogo con le università. "Quello che è bene per l'industria del risparmio gestito è un bene per lo sviluppo dell'economia reale" E dunque per il Paese.