Supermario è tornato. Ma le misure funzioneranno?

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foto: autor ECB European Central Bank, Flickr, creative commons

"Non siamo a corto di munizioni", ha detto il presidente della Bce. E le cartucce Mario Draghi le ha sparate tutte: taglia i tassi, Qe a 80 miliardi e acquisto di bond aziendali, purché abbiano rating a livelli di investimento.  Infine da giugno arriva un pacchetto di quattro prestiti Tltro alle banche: presterà liquidità illimitata agli istituti che fanno credito all'economia. E per la prima volta il tasso su questi prestiti sarà non più il tasso principale ma il tasso sui depositi, quindi negativo: in pratica la Bce pagherà alle banche che ricevono un prestito un tasso dello 0,40%.  Con il nuovo pacchetto di sei misure di stimolo monetario la Bce punta a "un ulteriore allentamento delle condizioni finanziarie, a stimolare il credito e rinforzare la ripresa", ha detto il presidente della Bce che ha alzato al 50% dal 33% il limite acquistabile di ciascuna singola emissione di bond attraverso il Quantitative easing. La Bce si aspetta che i tassi rimangano ai livelli attuali "a lungo, e ben oltre l'orizzonte temporale degli acquisti" che sta conducendo nel Quantitative easing.  

Politiche della Bce: cosa cambia rispetto al 3 dicembre?

Politiche della BCE Misure del 3 dicembre Misure del 10 marzo
Deposit rate 10bp cut to -0,30% 10bp cut to -0,40%
Refi rate no change 5 bp cut to 0,00%
Two-tiered negative rates no no
Full allotment liquidity extension until end 2017 no change
TLTROs no Four new 4Y TLTROs (rate "can be as low as the deposite rate")
QE extension (duration) 6 moths (to March 2017) no change
QE expansion (pace) unchanged (60 bn), but with reinvestment of principal payments +20bn
QE omposition regional debt IG non-bank corporate bonds
Removal of the QE yield floor no not specified
Issue(r) limits increase no not specified
Deviation from capital keys no not specified

 

Le decisioni hanno comunque superato tutte le aspettative, come dice Luca Franchi, responsabile delle gestioni obbligazionarie e valutarie di UBI Pramerica SGR. "Gli aspetti più sorprendenti dell’annuncio sono stati: l’estensione degli acquisti ai titoli corporate non bancari di area Euro e la possibilità per le banche, nelle operazioni di TLTRO,  di prendere a prestito a tassi negativi.  Se, da un lato, le sole decisioni di politica monetaria difficilmente possono migliorare in modo significativo le attese macro, è indubbio che il corposo pacchetto offerto da Draghi ha ampie possibilità di contribuire a tranquillizzare per qualche tempo i mercati finanziari molto turbolenti nell’ultimo periodo". 

Per Luca Noto, senior portfolio manager obbligazionario di Anima SGR, la vera sopresa riguarda senza dubbio l'acquisto dei corporate bonds: "Le dichiarazioni di Draghi e di Constancio lasciano intendere che è in atto un radicale processo di cambiamento dell’attenzione, dai tassi di interesse - ritenuti ormai quasi a fine corsa - verso strumenti che possono favorire direttamente il meccanismo di trasmissione della politica monetaria", dice il manager. "I pochi dettagli sul programma di acquisto di titoli del debito privato lasciano intendere la volontà del Consiglio Direttivo di proseguire in questa direzione favorendo quindi le condizioni finanziarie domestiche rispetto all’utilizzo del tasso di cambio come fattore di impulso all’inflazione". Bisogna aspettare però che tutti gli altri tasselli vadano nella giusta direzione. "Per quanto ciò possa favorire un rilassamento delle relazioni internazionali fra le banche centrali potrebbe anche introdurre un ulteriore fattore di volatilità nel mercato delle valute nell’arco dei prossimi mesi”, afferma Noto. 

Fine delle cartucce?

Nonostante il bazooka imbracciato dal presidente della Bce e nonostante l'euforia dei mercati a pochi minuti dall'annuncio, il Ftse Mib ha chiuso con 18,118 punti a -0,5. Non hanno fatto meglio nemmeno le altre piazze europee. Draghi insomma fa tantissimo, e a sorpresa, ma ammette di non essere in grado di sconfiggere la deflazione in un mondo pieno di debiti. "La vera domanda è per quanto tempo durerà l’euforia perché i mercati si sono abituati ad avere sempre di più, è bastata infatti l’affermazione di Draghi che al momento non vede la necessità ad abbassare ulteriormente i tassi per invertire il trend sul dollaro, che dal minimo di giornata a 1.083 torna sopra 1.11", dice Francesca Cerminara, responsabile bond e valute di Zenit SGR.

Insomma se il pacchetto di misure di Draghi sembra venir apprezzato dalle società, il dubbio sulla validità di queste misure rimane, come spiega Marco J. Aboav, macro portfolio manager MoneyFarm. "Quello che gli investitori non riescono a smettere di pensare è che misure sempre maggiori sottintendono i problemi dell’economie europee e che le politiche monetarie stanno perdendo di efficacia; è inevitabile chiedersi quanto sia lontano il giorno in cui la loro efficacia diventi nulla. Questo può spiegare il perché, dopo l’accoglienza calorosa, i mercati abbiano reagito con una certa freddezza, tornando ai livelli pre-annuncio, con l’Euro che si è addirittura apprezzato. Senza uno sforzo collettivo anche da parte dei governi nazionali, che inizino a implementare politiche fiscali virtuose, è probabile che le politiche monetarie inizino a perdere di efficacia. E che i mercati reagiscano all’annuncio di Draghi come reagirono un mese fa alle politiche della Banca Centrale Giapponese". Intanto la parola passa alla Yellen, il prossimo 16 marzo.