Sondaggio: che zona geografica stanno privilegiando i portafogli azionari locali?

Maps_Mapa
Flickr, creative commons, Nicolas Raymond

In Europa i tassi di interesse nei minimi storici,  gli USA col decollo della crescita e l'aumento dell'impiego, i BRICS ancora molto dipendenti dall' occidente e con situazioni molto diverse fra ogni stato. Questi  sono alcuni fattori che stanno determinando l'analisi Top Down dei portafogli globali, ma cosa sta succedendo in Italia?. 

Un gruppo di SGR locali, attraverso i loro specialisti di selezione, racconta a Funds People dove sta puntando l'industria e quali sono, ora, le scelte a livello geografico da sovrapesare. 

Alla domanda di che zona geografica state sovrapesando nei portafogli azionari e perché questa scelta? Ecco le risposte.

Lars Schickentanz, responsabile Fondi Comuni e Desk Azionario di Anima SGR

"A maggior ragione dopo l’intervento del 4 settembre da parte del Presidente della Bce, Mario Draghi, nel medio periodo, all’interno dei portafogli dei nostri fondi azionari Europa, privilegiamo ancora i mercati dell’Eurozona, in quanto riteniamo che restino favoriti dalla politica monetaria sempre più accomodante da parte della BCE e dal conseguente deprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro americano. In ogni caso, in attesa che venga avviato il programma di acquisti di Asset Backed Securities (Abs) e di obbligazioni garantite, saranno comunque necessarie maggiori evidenze sulla crescita e sull’andamento degli utili aziendali. La stessa BCE, del resto, ha abbassato le stime sia in relazione alla ripresa economica che all’inflazione.

Sul piano settoriale riteniamo interessante il settore farmaceutico, caratterizzato da una sostenibilità della crescita delle vendite. In vista dei prossimi interventi della BCE volti a stimolare la crescita e combattere un prolungato periodo di bassa inflazione, è stato inoltre incrementato il comparto finanziario, in particolare per i titoli geograficamente esposti all’Europa periferica. E’ stato poi mantenuto il sovrappeso per quanto riguarda il comparto tecnologico, per effetto dell’apprezzamento del Dollaro e delle revisioni positive sulle aspettative degli utili aziendali. In sottopeso, infine, il settore degli industriali, alla luce della minaccia deflazionistica e del rallentamento nella ripresa".

Andrea Nascè, direttore Investimenti Multimanager di Ersel AM SGR.

"All’interno dei portafogli azionari internazionali in questa fase non abbiamo scelte geografiche particolarmente accentuate, assegnando maggiore spazio alla componente di security selection nell’impiego del nostro budget di rischio disponibile.

In ogni caso risultano sovrappassate l’Asia, l’Area Euro e i Fronteer Markets (tra gli emergenti), con corrispondenti sottopesi sugli Stati Uniti e sui mercati emergenti latinoamericani.
 
L’esposizione ai pesi dell’Area Euro è molto legata al sostegno crescente della politica monetaria e alla possibilità di accedere a valutazioni in taluni comparti ancora attraenti. Il contributo delle misure straordinarie di stimolo alla trasmissione del credito all’interno dell’Eurozona e specificamente all’interno dei suoi paesi “periferici” dovrà avere effetti favorevoli per le quotazioni dei titoli bancari, molto rappresentati all’interno degli indici e ancora lontani dalle corrispondenti valutazioni a Wall Street.
 
In Asia abbiamo assegnato un ruolo crescente al mercato Cinese, all’interno del quale la gestione attiva può consentire di selezionare temi di crescita domestica con upside ancora importanti in un contesto di multipli generalmente contenuti. Dalla grande crisi del 2008 le quotazioni non si sono ancora riprese, nonostante il peso dell’economia sia fortemente aumentato a livello globale".

Andrea Spallaccini, responsabile area gestioni collettive Euromobiliare AM SGR - Gruppo Credem.

"Dal punto di vista geografico, preferiamo i paesi sviluppati rispetto agli emergenti, con sovrappeso su mercati europei e nordamericani. Il mercato europeo è in sovrappeso per valutazioni più contenute in termini di multipli aziendali, rispetto agli altri mercati developed; ci attendiamo un recupero di competitività a seguito delle recenti politiche monetarie poste in essere dalla BCE e dalle  politiche di riforma cui sono impegnati i governi.

In uno scenario caratterizzato tassi estremamente bassi e da un indebolimento dell’euro, saranno favoriti i titoli maggiormente esposti alle esportazioni verso  Stati Uniti e paesi emergenti, ed i titoli finanziari. Manteniamo un posizionamento bilanciato tra ciclici e difensivi, in considerazione dei deludenti dati di crescita del primo semestre e delle tensioni geopolitiche in Ucraina. Il mercato americano, anch’esso in leggero sovrappeso, offre un’esposizione valutaria al dollaro e  riflette il buon andamento dell’economia ed un contesto micro caratterizzato da utili aziendali in crescita.  Le scelte settoriali privilegiano i titoli del settore tecnologico, farmaceutico, petrolifero e dei consumi di base, che sono in gran parte quotati a Wall Street.

L’espansione del bilancio ed i tassi negativi sui depositi presso la Banca Centrale Europea dovrebbero inoltre favorire un graduale indebolimento della moneta unica, ragione per cui privilegiamo un’esposizione azionaria diversificata geograficamente. Sui fondi dedicati agli investimenti sui paesi emergenti, privilegiamo i mercati asiatici (Cina, Hong Kong, Korea e Taiwan) rispetto a quelli est-europei e sudamericani".

Wilfrid Pham, responsabile Equity di Generali Investments Europe.

"Stiamo facendo particolare attenzione ai BRICS. In particolare, Cina, Vietnam e India. In Europa, guardiamo a Italia, Spagna e Grecia.

La Cina sta sperimentando non solo delle riforme sociali ma anche una fase di ristrutturazione economica e finanziaria. Ciò dovrebbe aiutare a semplificare il sistema finanziario e riacquisire fiducia da parte degli investitori. Vietnam e India hanno registrato un rendimento del 30% degli indici “core” da inizio anno e crediamo che questi Paesi continueranno a beneficiare della ripresa globale con valutazioni che rimangono a livelli ragionevoli.

In Europa la politica monetaria è chiaramente favorevole e alcuni governi stanno cercando di implementare delle riforme economiche e strutturali. Molti investitori si aspettano in particolare che gli utili delle aziende in Italia, Spagna e Grecia riprendano quota grazie alla politica della BCE che si rifletterà peraltro su un Euro più competitivo".