Scoprendo il triangolo di performance

Di solito, nella maggior parte degli ambiti della vita, ci focalizziamo sull’ultima fotografia, sul podio dei vincitori, e ci dimentichiamo del percorso fatto per arrivare fin lì. Nel mondo degli investimenti (specialmente in quello dei fondi di investimento) esiste una certa ossessione per il risultato: per i ranking, per il percentile ottenuto alla fine dell’anno, per l’Active Premium del fondo. Però non è abituale monitorare la solidità di questi risultati. Deleghiamo questo lavoro alle agenzie di ranking e ci fidiamo delle loro valutazioni come indicatori della suddetta solidità.

Un approccio semplicistico di analisi è valutare un team di gestione mediante il suo Active Premium1 in una data concreta, e concludere che il team ha avuto successo, qualora l'Active Premium sia positivo. In generale, le relazioni sul rendimento tendono a focalizzarsi sui risultati di un determinato periodo (ritorni mensili, trimestrali, annuali…). Qualche volta, le relazioni possono mostrare periodi accumulati oltre a quello analizzato: l’ultimo anno, gli ultimi 3 o 5 anni… però la data finale di questi intervalli è sempre la stessa.

La conseguenza è che tutte le analisi di questo tipo sopravvalutano le prestazioni recenti e ignorano il modello di redditività nel tempo. 

Il triangolo di performance, o triangolo di redditività, è uno strumento che ci permetterà dinamizzare lo studio del comportamento di gestione ed è uno degli indicatori principali del Performance Appraisal2. Inoltre, ci darà una visione del comportamento dell’investimento nel passato e ci dirà se il team di gestione ha battuto ripetutamente il proprio benchmark durante la sua storia.

Il triangolo di performance ci fa vedere il comportamento di vari periodi simultaneamente, e ci presenta l’effetto accumulato (ossia i periodi composti) durante il tempo. La costruzione e l’analisi di un triangolo di performance aggiungono molto valore e permettono una migliore analisi dell’abilità di un team di gestione.

La costruzione del triangolo è la seguente: sull’asse orizzontale appare un insieme di date di fine periodo, in ordine crescente da sinistra a destra.

Sull’asse verticale c’è lo stesso insieme di date di fine periodo, in ordine decrescente dall’alto in basso.

Il triangolo che formano le due assi si riempirà di ritorni, o di differenze dei ritorni contro il benchmark, tra le date che appaiono sull’asse orizzontale e verticale, utilizzando come base una data determinata. Se stiamo analizzando un fondo di investimento di absolute return, o qualsiasi altro strumento che non abbia un benchmark definito, useremo un triangolo di performance di ritorni accumulati o annualizzati. 

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Nell’esempio 1 possiamo vedere il triangolo dei ritorni annualizzati di un fondo immaginario. L’interpretazione è semplice: sulla diagonale troveremo i ritorni corrispondenti agli anni interi. La redditività dell’anno 2006 è stata del -10,93% (fra il 30 maggio del 2005 e del 2006). I dati che si trovano nel centro del triangolo aggiungono informazione accumulata fra vari periodi. Nel circolo segnaliamo il ritorno annualizzato che ha ottenuto questo fondo tra il 2007 e il 2010 (22,07%).

Interpretazione

Con un semplice sguardo, possiamo individuare rapidamente i periodi di migliori e peggiori prestazioni. Quando l’investimento ha una referenza definita, sarà più utile un triangolo di performance di differenze di ritorni del fondo contro il benchmark, così potremo vedere se, in modo continuato nel tempo, il team di gestione ottiene un’overperformance. In più, potremo ottenere altre informazioni, come, per esempio, se c’è stato qualche cambio di gestione nel tempo. 

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Nell’esempio 2, nella parte superiore, abbiamo una tabella classica di differenziale di redditività, nella quale possiamo osservare che il fondo di investimento sta al di sotto dell’indice sia durante l’anno che  in solo un anno. In questo modo, possiamo arrivare alla conclusione che in questi periodi avremmo dovuto investire direttamente nell’indice, invece che nel veicolo. 

Nel triangolo di performance possiamo osservare che, in realtà, il team gestore ha battuto il benchmark nella maggior parte dei periodi, cosicché il risultato negativo può essere stato un semplice episodio. Dando uno sguardo più generale, possiamo osservare come la competenza della gestione abbia portato a superare il benchmark 8 anni su 10 e solamente nel 2006 e 2014 non si è riusciti a battere l'indice di riferimento.

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Nell’esempio 3 troviamo il caso contrario, un fondo che apparentemente, sulle tabelle statiche, ha battuto l’indice in tutti i periodi. Guardandolo attraverso il triangolo, però, si scopre che ci sono stati periodi di underperformance (segnalati con un circolo), durante i quali sarebbe stato meglio stare nell’indice che in questo veicolo.  

Riassumendo, il triangolo di performance è un semplice strumento  di calcolo, che aggiunge valore e che permette vedere in modo dinamico le prestazioni del gestore nel tempo e la solidità dei risultati positivi o negativi, individuando periodi di boom e periodo di penuria. Il triangolo, quando non abbiamo benchmark, si usa con ritorni accumulati, però è più interessante il triangolo di performance di differenziali di redditività, perché ci permette di analizzare l’abilità del team di gestione nel tempo. I triangoli di performance si possono utilizzare anche con altri tipi di informazione (quartili, percentili…), in funzione del tipo di analisi che vogliamo realizzare.