Scommettere sulla finanza islamica si può

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Giorgio Medda

Da fine 2013 gli investitori retail italiani possono investire nelle obbligazioni sukuk, ovvero strumenti che seguono i principi della finanza islamica.  L'Az Multi Asset Global Sukuk è l’unico sul mercato e con 59,3 milioni di dollari di masse è il più grande veicolo Ucits sui sukuk al mondo. Parla Giorgio Medda, gestore del fondo.

Dal 30 settembre 2013 per gli investitori italiani è sul mercato il fondo lussemburghese Az Multi Asset Global Sukuk, gestito dal team che opera a Istanbul guidato da lei. Il comparto si è guadagnato la Fatwa positiva di un board di religiosi preposto a questo tipo di verifiche.

Com’è la strategia d gestione?

Il fondo ricerca una valorizzazione dei propri attivi a medio-lungo termine, è un feeder del comparto AZ Multi Asset – Global Sukuk (il master). Il feeder investirà in maniera permanente almeno l’85% dei propri attivi nel predetto master. L’obiettivo, la politica di investimento e il profilo di rischio sono analoghi per entrambi. Da inizio anno la performance della classe euro è pari a 5,56%. La soglia di accesso è di 1500 euro, le masse in gestione sono a 59,3 mln di dollari ed è il più grande veicolo Ucits sui sukuk al mondo. A oggi la raccolta è stata progressiva egli investitori retail sono perlopiù europei. 

Cosa sono i sukuk?
I sukuk vengono identificati generalmente anche come obbligazioni islamiche. Si tratta di titoli obbligazionari e corporate emessi secondo i principi della shari’ah che sono del tutto riconducibili ai criteri di investimento socio responsabile del mondo non islamico con alcuni presupposti legati alla mancanza di un tasso di interesse esplicito, la presenza di un rapporto di indebitamento moderato e la presenza di un asset sottostante che genera il reddito che viene distribuito periodicamente all’investitore. Dal punto di vista strettamente legale il sukuk incorpora un diritto di proprietà pro rata (valore emissione) e pro tempore (scadenza) a differenza delle obbligazioni convenzionali che incorporano un titolo di credito contro una massa indistinta di assets dell’emittente.

Si può annoverare il global sukuk nella categoria delle obbligazioni emergenti? Che correlazioni hanno con queste asset class?
Il global sukuk è sicuramente annoverabile nel gruppo dei fondi obbligazionari emergenti. I Paesi del Medio Oriente (Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Unit, Qatar) e il Sud Est Asiatico (Malesia, Indonesia, Singapore) sono i tipici emittenti di sukuk anche se recentemente il Regno Unito ha avuto un’emissione. Notiamo però che il merito di credito di queste aree e la loro solidità anche legata a surplus di bilanci pubblici significativi ha fatto sì che soprattutto nei momenti di ribasso dei mercati emergenti i sukuk hanno espresso indubbie caratteristiche di “difesa” con livelli di volatilità simile a quella dei governativi dei mercati sviluppati.
Se il sukuk non paga un tasso d’interesse da che cosa è dato il vantaggio per l’investitore finale?
Il sukuk non paga un tasso di interesse ma distribuisce un profitto (per questo si parla di tasso di profitto quando si parla di sukuk). Tale distribuzione è predeterminata e a scadenze trimestrali o semestrali ed è supportato da un flusso di cassa generato da un asset sottostante che generalmente è identificato al momento dell’emissione. Tra gli altri il vantaggio per l’investitore finale è che spesso può valutare il rischio dell’emissione in relazione a quello dell’asset sottostante rispetto al complesso dei beni dell’emittente. 

Non esiste un tasso d’interesse nel senso tradizionale del termine. Questo vuol dire che non esiste rischio di tasso d’interesse inteso come possibilità che emissioni dello stesso tipo (emittente e scadenza) offrano rendimenti diversi nel tempo a seconda delle condizioni di mercato?

Dal punto di vista del rischio di mercato il sukuk è del tutto paragonabile alle obbligazioni convenzionali. Il tasso di profitto verrà confrontato con i tassi di interesse convenzionali sul mercato e il sukuk verrà prezzato di conseguenza. Tuttavia negli ultimi cinque anni le sue caratteristiche intrinseche (come la presenza di un asset, scadenze raramente superiori ai 5 anni, un merito di credito mediamente superiore a quella di obbligazioni dei mercati emergenti) hanno comportato una performance e volatilià che hanno fornito rendimenti “aggiustati per il rischio” molto attraenti.

Come fate la selezione dei bond all’interno del comparto? Qual è il processo d’investimento?

Il processo di investimento si concentra su un universo investibile di circa 100 emissioni che sono state validate da un board che garantisce il rispetto dei principi della Sharia. Il portafoglio ha una struttura target dove il 75% delle emissioni sono investment grade e una massimizzazione dell’esposizione ai dollari. Inoltre tutte le emissioni hanno un sottostante di almeno 250 milioni di dollari e una liquidità potenziale di almeno 5 milioni di dollari al giorno. La politica di gestione persegue un obiettivo di profitto uguale al tasso a 3 mesi Usd + 150bps con una durata finanziaria tra 3 e 4 anni. Il 35% del portafoglio è investito in debito sovrano, il resto è corporate diviso tra il settore industrial e quello finanziario. Nel fondo c’è poca esposizione al real estate. 

Il comparto è soggetto al rischio di cambio? Su che valute? 

Il comparto non ha copertura sull’esposizione in dollari offrendo pertanto una soluzione alternativa per la diversificazione sulla valuta americana all’interno del portafoglio.
È possibile avere un track record di lungo periodo di come si comporta questa asset class rispetto alle obbligazioni tradizionali o è un mercato troppo giovane per analisi di questo tipo? 
I sukuk hanno un track record significativo a partire dalla fine del 2009. Rispetto a quest’orizzonte temporale l’asset class rappresentata dall’indice DJ Sukuk Index ha avuto un ritorno positivo del 27.8% (6.1% annualizzato) verso il Jpm Emerging Markets Bond del 38% (8% annualizzato). La volatilità annualizzata degli ultimi 5 anni dell’indice sukuk è stata pari al 3% verso l’8% degli obbligazionari emergenti convenzionali nello stesso periodo.