Rudelli (Cordusio SIM): "È fondamentale parlare sempre con i gestori"

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Spiega che da sempre è stata affascinata dal mondo della finanza, in particolare dei derivati e del mercato azionario. E che in anni di attività ha imparato tanto anche grazie ai continui incontri coi gestori “dai quali traggo sempre spunti di riflessione interessanti”, dice. Tra le professioniste più apprezzate, secondo l’ultimo sondaggio condotto da Funds People sulle funds house internazionali presenti nel mercato italiano, per Roberta Rudelli, fund selector di Cordusio SIM, la società del gruppo UniCredit specializzata nel wealth management, selezionare fondi significa “trovare un buon prodotto da consigliare ai clienti come investimento di medio-lungo termine che sia coerente dal punto di vista rischio-rendimento evitando possibilmente le brutte sorprese. Questo non esclude che ci possano essere delle fasi negative ma è importante che il gestore non prenda rischi superiori alle linee guida del prodotto o incontrollati e che non utilizzi strategie al di fuori del proprio universo di investimento“.

Secondo l’esperta le domande più importanti che ogni giorno un fund selector dovrebbe porsi sono: comprerei questo fondo o lo consiglierei ai miei familiari? In quale portafoglio lo inserirei?“. Non si tratta di prevedere il futuro di un prodotto ma di “cercare di capire cosa può accadere nel bene e nel male e per far questo è necessario analizzare a quali fattori di rischio espliciti e impliciti è esposto o può essere esposto il portafoglio. Negli ultimi anni l’aspetto del rischio è diventato fondamentale, forse ancora più importante della performance. Noi, per esempio, non consideriamo più la volatilità ma il drawdown storico e potenziale per valutare se un fondo è coerente con le nostre esigenze e quelle dei nostri clienti“, specifica Rudelli.

Per fare questo bisogna essere sempre in constante aggiornamento, “ci dedichiamo a trovare nuovi fondi ma verifichiamo anche che le nostre scelte continuino a generare performance. Chiediamo informazioni e conference call se notiamo una fase difficile su qualche fondo oppure nel caso di un evento straordinario come il cambio di un gestore. Ci teniamo aggiornati costantemente con la view di asset allocation e scambiamo opinioni con i colleghi delle gestioni patrimoniali per guidare la proposta fondi verso le asset class o le strategie più interessanti nei prossimi mesi”. Inoltre in Cordusio il team si occupa anche di supportare i bankers in modo da migliorare la qualità delle relazioni con i clienti.

Il team internazionale

Tornando alla selezione, Roberta Rudelli spiega i parametri principali del lavoro che realizza insieme al suo team: “partiamo da un database quantitativo proprietario che ci aiuta ad evidenziare i fondi più interessanti dal punto di vista della performance, del rischio e della persistenza nei top quartile. Una volta individuato il candidato ideale si procede con la due diligence qualitativa attraverso un incontro o una conference call con il gestore volta ad approfondire quegli aspetti che non possono essere indicati da un numero. Il nostro è un approccio di team nel quale ogni fondo viene valutato da almeno due persone e la proposta di best in class deve essere approvata all’unanimità”.

Il team, che è internazionale ed è composto da otto fund selection tra cui due in Austria e due in Germania, sceglie quindi un fondo che è destinato a rimanere nella buy list europea per lungo tempo. “Questo richiede a volte un processo di due diligence più lungo rispetto a quello adottato da altri fund selector sul mercato”, precisa l’esperta. Tant’è che la maggior parte dei fondi in buy list risale al 2010, cioè da quando è stato creato il tema di fund selection globale. “Questo significa che il processo è solido, ripetibile e che non obbliga il cliente a modificare i propri investimenti di continuo”. Un’aspetto irrinunciabile poi sono gli incontri con i gestori. “È fondamentale il meeting o la call con il gestore: l’enfasi che la persona mette nello spiegare la propria attività e nel rispondere alle nostre domande ci permette di capire la passione e l’entusiasmo che mette nell’attività quotidiana e di poter intuire quanto il gestore è reattivo alle fasi negative e la disponibilità di mettere in discussione le proprie idee e convinzioni se non stanno dando i frutti sperati”. A volte però è bene anche guardarsi negli occhi. “In passato ho riposto troppa fiducia in un gestore che si è rivelato incapace di accettare che la propria visione del mercato era sbagliata. Da questo errore abbiamo imparato ad analizzare in profondità questi aspetti comportamentali”.

Articolo estratto dal numero 14 di Funds People Italia.