Robert Lancastle (J O Hambro): “Puntiamo su società di qualità, con bilanci solidi e pricing power”

Robert Lancastle, J O Hambro
Robert Lancastle, J O Hambro

Tra i fondi azionari internazionali large cap blend con rating Consistente Funds People, troviamo il JOHCM Global Opportunities. Il comparto, al fine di realizzare un total return nel lungo periodo, investe almeno l’80% del relativo patrimonio in azioni globali a media e grande capitalizzazione e, nel caso in cui il gestore lo ritenesse opportuno, può investire fino a un massimo del 20% delle attività totali in liquidità. Il prodotto, gestito secondo un approccio consistente, ha realizzato un rendimento del +3,4% nei primi quattro mesi del 2017 e del +9,1% nel 2016.

Il comparto utilizza un processo di valutazione e selezione dei titoli di tipo bottom-up al fine di individuare società che possano sopravvivere in ogni scenario. Una parte fondamentale della strategia di investimento è basata sull’analisi fondamentale. In particolare, il team di gestione utilizza un modello Discounted Cash Flow (DCF) a due stadi al fine di determinare il valore di ogni singola società. A questo proposito, Robert Lancastle, gestore del fondo JOHCM Global Opportunities, spiega che “valutiamo le singole società sulla base del loro valore intrinseco; per noi è fondamentale non investire in società con un eccessivo indebitamento e vulnerabili ai cambiamenti tecnologici. Acquistiamo società a sconto rispetto al loro valore intrinseco e, se non troviamo società interessanti da questo punto di vista, preferiamo detenere liquidità. Il risultato è che il fondo mantiene un buon livello di liquidità, e ci permette di adottare una logica attiva e opportunistica”. 

L'attività del team di gestione può essere sintetizzata in 3 punti: diversificazione, bottom-up stock picking e correlated risk. In termini di diversificazione, Il fondo investe in titoli azionari globali, in particolare su società che svolgono almeno un terzo della loro attività negli Stati Uniti, un terzo (o meno) in Europa e un terzo nel resto del mondo. "Utilizziamo un approccio consistente, monitorando un campione di circa 250 società a livello globale. Per noi è fondamentale investire in società molto diversificate, con princing power e bilanci solidi in modo da minimizzare il rischio di fallimento e evitare di investire in società che abbiano necessità di raccogliere capitali. Ciò che ci differenzia è che consideriamo sempre il 'worst case scenario', per noi è fondamentale fare meglio del mercato in fasi ribassiste, ad esempio se il mercato perde il 50%, il nostro obiettivo è perdere meno del 30%, al fine di utilizzare quel capitale in modo efficace”, afferma Lancastle. In termini più generali, la strategia del fondo consiste nell'investire in business diversificati, senza individuare il miglior settore o Paese, "non abbiamo competenze specifiche per individuare quale settore performerà meglio quest'anno; investiamo in società che possano sopravvivere in ogni scenario e pensiamo sempre a possibili cambiamenti come ad esempio eventi di natura politica e rialzo dei tassi di interesse. Le società con bilanci solidi e pricing power sopravviveranno in qualsiasi scenario. Quello che non vogliamo fare è pagare un prezzo eccessivo per una singola società: se l’unico modo per poterla acquistare è pagare alti multipli, preferiamo detenere liquidità”, aggiunge il fund manager. 

Il fondo investe in società di qualità, prevalentemente società multinazionali che sono leader nel loro settore, offrono interessanti potenzialità di crescita nel lungo periodo e investono su se stesse al fine di creare valore (come le società americane). Il comparto non investe in small caps in quando sono generalmente meno diversificate e comportano rischi maggiori. “Riteniamo particolarmente interessante acquistare società che vengono considerate poco attraenti nel lungo termine, come ad esempio i software di contabilità: le persone li usano per sempre, non passano mai di moda e c'è margine per aumentare i prezzi. Secondo noi è un’ottima opportunità di investimento a lungo termine, anche se molti non lo ritengono un business attraente in quanto non cresce del 20% in un anno, ma può crescere del 6% per 20 anni” spiega il gestore.

Per quanto riguarda la gestione e il controllo dei rischi, per il team di gestione è fondamentale eliminare due fonti di rischio: pagare un prezzo eccessivo per una singola società e evitare di investire in società con eccessivo indebitamento come ad esempio i titoli bancari. “Secondo noi, eliminando e gestendo queste due fonti di rischio, attraverso l'utilizzo di un processo bottom-up, ci sono ottime possibilità di fare meglio del mercato nelle fasi di ribasso. Utilizziamo la volatilità in modo produttivo e efficiente, in particolar modo quella ciclica”. Per quanto riguarda il correlated risk, secondo il gestore “è importante evitare un’elevata correlazione nel fondo, in modo che nessun rischio vada a impattare più di una piccola parte del portafoglio, cercando di essere idiosincratici, diversificati e incorrelati”.