Pioneer Investments, come affrontare il primo aumento dei tassi in USA dal 2006

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Il lavoro di comunicazione di Ben Bernanke prima e quello di Janet Yellen poi, ha contribuito a stemperare le aspettative degli investitori. Molto commentate sono state le parole della Yellen dopo la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) lo scorso mese di marzo, quando le sfuggì (anche se alcuni pensano fosse intenzionale) che il primo rialzo dei tassi sarebbe arrivato sei mesi dopo la fine dello smantellamento del programma QE3. Dopo un anno dall’annuncio di Bernanke Funds People ha chiesto a Cosimo Marasciulo,  responsabile Portafogli Obbligazionari Governativi Europei di Pioneer Investments,  come la società si sta preparando ad affrontare il primo rialzo dei tassi negli Stati Uniti dal 2006.

"Crediamo che i movimenti dei prezzi nelle prossime settimane dovrebbero essere simili a quelli di giugno-luglio dello scorso anno: i dati economici stanno migliorando dopo un pessimo primo trimestre, l'inflazione ha toccato il fondo e andrà verso il 2%, i mercati sono ancora accomodanti con la Fed. Quindi ci aspettiamo un significativo recupero del tratto corto della curva", dice Cosimo Marasciulo. Per questo motivo in Pioneer hanno assunto una posizione di vendita in bonds statunitensi a cinque anni quinquennali e  una neutrale sulla curva della zona euro, e nello stesso tempo hanno ridotto fino ai livelli della seconda metà del 2011 l'esposizione al debito periferico e addirittura potrebbero ridurla ancora. Invece, sono neutrali sugli spread creditizi. "Il mercato ha acquistato la storia del QE nella zona euro e la BCE tende a deludere il mercato", avverte Marasciulo. Tra le previsioni che gestisce per i prossimi 12 mesi, evidenzia l'aspettativa che il bond del Tesoro degli Stati Uniti a 10 anni chiuda il 2014 vicino al 3%.

L’abilità del gestore fa la differenza

La capacità di reazione e una visione chiara sono elementi essenziali per differenziare la performance di un fondo. Il prossimo anno promette di essere altrettanto problematico per il previsto aumento dei tassi di interesse. Ma visto che l'estate dello scorso anno è stato uno di quei momenti di mercato in cui brillavano i gestori con maggiore abilità nel superare la difficile situazione vigente, Funds People non poteva non chiedere quale è stata la prima reazione del team di gestione all’annuncio di Bernanke. Infatti la reazione del mercato dopo il discorso del 22 maggio, fu così veloce che molti investitori sono stati colti di sorpresa.

Cosimo Marasciulo,  spiega che nel suo caso la chiave per gestire bene lo shock è stata quella di aggiungere posizioni corte sulla curva dei tassi americani in quel periodo. Inoltre ha contribuito, e molto, la sua visione precedente sull'economia macro: "Pensavamo  che il mercato era molto accomodante con la politica monetaria. La nostra previsione era che il presidente Bernanke volesse gestire personalmente il passaggio da un QE a tutto spiano verso una qualche forma di ritiro degli stimoli prima di lasciare l'incarico ", spiega Marasciulo. "In definitiva, il QE è stato progettato e realizzato durante  un periodo di crescita molto debole e di un mercato del lavoro deludente negli Stati Uniti. Dal momento in cui è notevolmente migliorato il quadro economico, non c'era  più bisogno di QE a tutta velocità ", conclude.