Perché non l'hai detto?

Leggendo i giornali post decisione della Bce di questo inizio mese, mi viene in mente una vecchia canzone del Banco del Mutuo Soccorso e parafrasandola canticchio  " Mario Mario Ma, Mario maledetto…perché non l’hai, perché non l’hai detto…”. Lungi da me l’intenzione di mancare di rispetto al nostro connazionale illustre, ritengo che la reazione dei mercati in merito al “non detto” (ovvero la pronuncia delle due paroline Quantitative Easing) sia stata assolutamente isterica. Tale comportamento mi ha ricordato quello di un tossicodipendente che la prende male quando si rende conto che il dottore quel giorno non prenderà la siringa , bensì spiegherà esattamente come intende procedere nella somministrazione della dose , che non deve servire a mantenerlo tossicodipendente tutta la vita, ma aiutarlo a disintossicarsi pian piano. Subito la mente è corsa a cosa accadde l'anno scorso sui mercati, dopo che Bernanke pronunciò la parola “tapering” e la grande occasione di acquisto che quel momento poi si rivelò a posteriori. Ma non è ancora chiaro che alla Bce ci sono anche i tedeschi ( e gli olandesi, gli austriaci etc) e che Draghi deve stare attento ad ogni parola che dice, e che la sua strategia non può che essere quella dello stop and go, ovvero bastone e carota a rotazione, una volta al mercato e una volta ai tedeschi?!?!

Pensate a coloro che comprarono il 2 agosto 2012 tutto ciò che scese e ai guadagni che hanno realizzato successivamente. Non sto assolutamente consigliando di riempirsi di azioni europee, ma semplicemente di sfruttare questi ribassi isterici per prendere posizioni da trading. I movimenti forti  sui mercati che si vedono in questi casi sono dati dai cosiddetti  fat fingers dei grandi operatori istituzionali, gente che viene valutata giorno per giorno dai grandi capi e spesso piazza delle puntate enormi scommettendo su movimenti di brevissimo periodo. Se si verifica l’opposto rispetto a quanto previsto, si devono affrettare a chiudere immediatamente la scommessa, non potendosi permettere di  aspettare di avere ragione e realizzare delle perdite eccessive sul valore di mercato delle loro posizioni. E questo scatena spesso violenti rialzi o ribassi.