Per il nuovo anno? Prodotti con driver di performance alternativi

Il nuovo anno comincia con più di un grattacapo per gli investitori: da una parte la politica restrittiva della Fed che si sposta dalla teoria alla pratica, dall'altra i mercati emergenti che si devono adattare a una Cina più lenta. Poi l'alta volatilità e il crollo del greggio sul fronte delle commodities. Da Aletti Gestielle però, Fabrizio Fiorini, direttore investimenti diretti, e Fabrizio Carenini, direttore commerciale & marketing, sfatano subito alcuni dubbi: la Cina? Non "sarà un problema a lungo termine". La crescita? "sarà positiva anche se modesta". 

Fiorini, ci riassume in tre punti la vostra view di mercato per il 2016?

Punto primo: la crescita continuerà su buoni livelli nei Paesi sviluppati - la politica monetaria svilupperà i suoi effetti, il prezzo del petrolio basso aiuterà i consumi.
Punto secondo: una crescita positiva, anche se modesta, è sufficiente alle aziende per confermare e battere le attese di utili oggi incorporate nei prezzi. 
Punto terzo: la Cina è in rallentamento ma questo non è preoccupante perché è conseguenza di una scelta di politica economica ottimale, che privilegia la sostenibilità futura alla forza di breve.

Quest'inizio d'anno per i mercati non è dei migliori. Pensa che la crisi cinese sarà un problema a lungo termine?

Non penso che la Cina sarà un problema nel lungo termine, anzi, sta contribuendo alla soluzione di lungo termine;  nel breve però le scelte avranno conseguenze sulla crescita e rischiano, come sta accadendo, di non essere comprese per la loro valenza più strutturale.

Cosa dovrebbero aspettarsi gli investitori? E cosa consigliereste?

Direi un anno molto volatile, come e più del 2015, ma questo è il prezzo per avere un po’ di performance in un contesto di tassi bassi. Il consiglio è di accumulare azionario sulle debolezze, considerando che comunque i ritorni nell’anno non saranno a doppia cifra.

Quali impatti comporterà l'aumento dei tassi negli Stati Uniti sulle differenti asset class? 

Penso ad un impatto contenuto, da un lato perché la Fed agirà gradualmente, dall’altro perché quando lo farà sarà per il conforto avuto dal miglioramento della crescita.

Le aree geografiche migliori? Europa o Stati Uniti?

Meglio Europa, ed in Europa l’Italia.

A proposito di Italia: il ciclo economico è ancora in una fase di ripresa. Secondo alcuni c'è troppo ottimismo, secondo altri invece la possibilità di un miglioramento è evidente. Cosa pensa a riguardo? 

La verità è probabilmente come sempre nel mezzo; il miglioramento c’è ed è questo l’importante, la velocità di crescita non è elevata ma è sufficiente per il nostro Paese per sistemare i conti pubblici ed i bilanci delle banche, poi arriverà la traduzione in occupazione e accelerazione. È però il fatto che i cambiamenti stanno rendendo più solida la crescita ad essere importante.

Carenini, quali saranno invece, in previsione, le asset class da tenere d'occhio quest'anno? I multi-asset continueranno ad essere la categoria più gettonata, come successo nel 2015?

In un contesto economico – finanziario caratterizzato ancora da elevata complessità è piuttosto normale aspettarsi che i risparmiatori continueranno anche per quest’anno a preferire prodotti attraverso i quali delegare le scelte di investimento a gestori professionali sia in ambito azionario che in quello del reddito fisso. Tra i fondi flessibili, i multi-asset rappresentano una delle migliori e più efficienti soluzioni essendo prodotti che hanno la capacità di diversificare il rischio ed aumentare le fonti di rendimento grazie alla possibilità di utilizzare, all’interno di un unico portafoglio, titoli azionari, obbligazionari, valute, quote, strumenti monetari. Inoltre, se consideriamo che quest’anno probabilmente aumenteranno livelli di volatilità dei mercati, credo che assisteremo ad un crescente interesse verso prodotti caratterizzati da “driver di performance” alternativi quali ad esempio le proposte con sottostanti strategie long short, market neutral etc.

Che impatto avrà MiFID 2 sul settore? 

Quando la direttiva MiFID 2 sarà in vigore (sembra che l’attuazione sia stata rimandata a gennaio 2018), avrà certamente un impatto non indifferente sia sugli Asset Manager che sulla distribuzione Retail. Basti pensare ad esempio all’introduzione del concetto di “consulenza indipendente” che prevede una netta distinzione tra consulenza dipendente e indipendente e alla conseguente necessità per gli intermediari di definire il modello di consulenza adottato e adeguare i loro processi applicativi. L’obbligo di garantire che i dipendenti che prestano consulenza siano dotati di adeguate conoscenze e competenze richiederà certamente un ulteriore sforzo da parte delle società a favore delle reti di collocamento in termini di prossimità, formazione e informazione sui prodotti.