Ecco dove trovare tutte le opportunità value sull'azionario emergente

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Il quadro macroeconomico in miglioramento aiuta l’azionario emergente a riprendersi rispetto all’inizio dell’anno. Secondo il gestore dellM&G Asian e dell’M&G Global Emerging Markets, Matthew Vaight, gli emergenti possono continuare a registrare buone performance, ma sono necessari dei miglioramenti nella profittabilità delle imprese per fare sì che si tratti di una ripresa prolungata. Secondo Vaight, si può trovare valore nei Paesi dell’Asia del Nord e nelle azioni economiche dei settori ciclici, ma adottando un approccio value selettivo, al fine di identificare le opportunità di investimento più promettenti.

Dopo un paio di anni difficili e un fosco inizio di 2016, i mercati emergenti hanno visto migliorare le performance. Il cambiamento del sentiment deriva probabilmente dai cambiamenti del quadro macroeconomico: dall’allontanamento delle aspettative di rialzo dei tassi negli USA, dall’indebolimento del dollaro, dai prezzi delle materie prime in risalita, e dal diminuire delle preoccupazioni per la Cina grazie all’introduzione di misure a sostegno dell’economia da parte del governo cinese. La possibilità di un cambiamento nella politica del Brasile ha anch’essa aumentato la fiducia degli investitori poiché potrebbero esserci riforme volte a rivitalizzare l’economia del Paese.

Il risveglio dell’appetito al rischio ha visto il forte rimbalzo di alcuni mercati emergenti, lontani dalle preferenze degli investitori nel 2015, come Brasile e Sud Africa. Le loro valute si sono apprezzate così come è successo al rublo russo. Non tutti i mercati hanno però partecipato al rally: due delle maggiori economie emergenti, Cina e India hanno continuato ad arrancare.  A livello di settori c’è stata una chiara rotazione: se l’anno scorso gli investitori hanno evitato i settori ciclici cercando la sicurezza nei settori healthcare e dei beni di consumo, nel 2016, dopo il rimbalzo dei prezzi delle commodities, è il settore delle materie prime ad essere favorito. Crediamo che per l’ultima parte dell’anno, l’ottimismo degli investitori potrebbe diffondersi anche ad altre aree cicliche che appaiono economiche, come il settore industriale e quello dell’information technology.

Seguire il valore: L'Asia del Nord

Oggi c’è una grande dispersione tra le valutazioni nell’universo dei mercati emergenti (Figura 1). Alcuni mercati, come India e Indonesia, sono cari. Dal nostro punto di vista, in India gli investitori pagano troppo per il tema ‘riforme’ del Paese, infatti nel corso degli ultimi due anni abbiamo ridotto le nostre posizioni sull’India in quanto hanno avuto performance molto positive.  Al contrario, crediamo ci sia valore nei Paesi dell’Asia del Nord. Taiwan in particolare promette bene: è uno dei pochi mercati al mondo dove le società hanno mantenuto buoni profitti, cosa che però non è stata sufficientemente riconosciuta, tanto che le loro valutazioni sono diminuite. Crediamo che questa disconnessione tra i fondamentali e le valutazioni sia interessante e presenti delle opportunità.

 

A livello aggregato, la Cina è ben valutata; tuttavia, in questo vasto mercato le valutazioni sono polarizzate. I settori della ‘old economy’ sono a buon prezzo, e giustamente, a causa dei numerosi problemi che hanno – come la capacità in eccesso, l’elevato debito e la domanda in calo. Per contro, i settori della ‘new economy’ sono piuttosto ricchi poiché gli investitori continuano a preferire le società esposte al consumatore cinese. Continuiamo a preferire le società non partecipate dallo Stato cinese e, a parte un paio di nomi di internet, abbiamo posizioni in quelle che potrebbero essere descritte come attività ‘noiose’, ad esempio quelle società che producono packaging e tubi in plastica, ma che sono ben gestite e generano buoni livelli di profitti e crescita del capitale.

A causa dei rischi e della volatilità oggi associati alla Cina, ci sentiamo più a nostro agio ad accedere al mercato cinese attraverso i suoi vicini, Corea del Sud e Taiwan. Entrambi i Paesi sono strettamente legati all’economia cinese e per questo le loro valutazioni sono state colpite. Tuttavia, in mercati come quello di Taiwan c’è maggiore visibilità rispetto alla profittabilità e la questione della governance non è un problema. La corporate governance rimane invece un tema per le società della Corea del Sud, anche se per la prima volta sembra che ci sia una buona prospettiva che le società diventino più vicine agli interessi degli azionisti aumentando il pagamento dei dividendi.

Economici anche Brasile e Russia. La Russia è uno dei mercati che hanno fatto meglio nel 2015 perché ha rimbalzato rispetto ai minimi raggiunti nel 2014. Mostra come gli investitori tendano a focalizzarsi sulle notizie negative, e quando c’è tutto questo pessimismo, non ci vuole granché di positivo perché il prezzo delle azioni faccia rally. Probabilmente ci siamo mossi con un po’ di anticipo sul Brasile, ma all’inizio dell’anno i livelli erano estremamente economici. Il rally molto forte è stato trainato dalla prospettiva di cambiamento politico. C’è ancora spazio di ulteriore rialzo nel caso in cui la nuova amministrazione riesca ad affrontare i problemi economici del Paese. Tuttavia rimaniamo pragmatici e abbiamo preso profitto da alcune holding che hanno performato molto bene di recente.

I ciclici meglio dei difensivi

Crediamo che il gap tra i prezzi di società difensive e cicliche sia troppo ampio (Figura 2). Per molti anni, le aree difensive come quella dei beni di consumo e l’healthcare sono state tra le preferite e rimangono troppo costose per noi. Come investitori con approccio value ci concentriamo sui settori più a buon prezzo, le aree più cicliche del mercato, in particolare il settore dell’information technology e l’industriale. In molti casi, essi hanno livelli di profittabilità molto simili rispetto ai difensivi, ma hanno prezzi più bassi.

 

Al momento preferiamo il settore dell’energia a quello dei materiali. Dal nostro punto di vista, il recente aumento del prezzo del petrolio è sostenuto dalle riduzioni dell’offerta da parte dei produttori non OPEC e da una domanda globale che si mostra comunque robusta. Al contrario, le materie prime sono in larga misura dipendenti dalla domanda dalla Cina, tema difficile da prevedere. Il nostro approccio contrarian ci fa guardare al settore finanziario, i cui titoli appaiono cheap. Tuttavia, la nostra preoccupazione è che nei mercati emergenti i cicli del credito si stiano deteriorando, e che l’aumento di prestiti inesigibili colpirà probabilmente la loro profittabilità.  Di conseguenza, siamo cauti rispetto alle banche e preferiamo le compagnie assicuratrici che hanno comunque valutazioni accettabili, senza presentare il rischio credito.

Abbiamo aumentato la nostra esposizione al settore assicurativo nell’ultimo anno o giù di lì e recentemente investito in AIA, insurance company quotata a Hong Kong e leader di mercato in molti Paesi asiatici. Anche il settore delle utilities è un’altra area cui guardiamo con interesse al momento perché spesso ignorata, anche se crediamo possa generare livelli di rendimenti che non vengono prezzati.

Ottimismo per il futuro

Dopo il rimbalzo in primavera, le valutazioni delle azioni dei mercati emergenti hanno visto una ripresa, ma a rimangono comunque cheap in termini assoluti (Figura 3). Scambiano ancora a sconto rispetto ai mercati sviluppati. Siamo quindi ottimisti rispetto alle prospettive di lungo termine degli emergenti, tuttavia dobbiamo vedere continuativi miglioramenti della performance aziendale per assicurare che il rally dei mercati emergenti sia sostenibile. Crediamo che la profittabilità sia ciò che guida i prezzi delle azioni nel lungo termine, per cui dobbiamo vedere il management delle società e i politici locali usare questo periodo di stabilità per abbracciare riforme che porteranno a una migliore performance operativa delle aziende. Già stiamo vedendo alcuni segnali che la spesa delle aziende sta diminuendo, ma abbiamo bisogno che le società continuino a migliorare la loro disciplina di capitale e i livelli di profittabilità. Questi cambiamenti richiedono una buona esecuzione, ma quando avvengono possono ridurre ilgap delle valutazioni.