Nextam scomette sul debito italiano ma a una condizione

Carlo_Gentili
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Gli investitori hanno di nuovo appetito e sono a caccia di buone prede. A cominciare dall’Italia. “Siamo positivi sul Paese, assistiamo a un continuo calo dello spread, oggi ai minimi degli ultimi anni. Quello che manca sono le riforme necessarie. Intanto, sulla scia delle attese che queste avvengano, ci sono aspettative che lo spread continui a scendere”, commenta Carlo Gentili, partner fondatore e amministratore delegato di Nextam, 900 milioni di euro di masse in gestione, 2,5 miliardi di euro in amministrato, due fondi autorizzati sul mercato italiano, 15 comparti sicav. 

Il gruppo è una partnership indipendente di professionisti attivi sia nella gestione di patrimoni, fondi comuni, sicav e fondi alternativi, sia nella consulenza finanziaria rivolta a istituzioni e high net worth individuals attaverso le tre società operative Nextam Partners sgr, Nextam Partners sim e Nextam Partners Ltd. E aggiunge: “Un altro aspetto da rilevare è la grandissima liquidità, in un contesto in cui le aspettative sull’Italia e le sue opportunità di riforme e di crescita sono decisamente elevate. Possiamo dire che oggi c’è una grande fiducia verso il nostro Paese. Una situazione per certi versi rischiosa. Infatti, qualora la fiducia fosse stata mal riposta e Renzi non dovesse rispettare le attese o diventasse un Letta2 allora ci potremmo trovare in tre-sei mesi in un contesto fuori controllo”. 

Quindi qual è la percezione di Gentili sul debito domestico? “Oggi comprerei titoli di stato italiani ma al primo scricchiolio, alle prime avvisaglie, uscirei da tutto e mi indirizzerei verso porti assolutamente sicuri come i tradizionali bund. Infatti se la situazione dovesse andare fuori controllo, ci sarebbe il rischio di un’esplosione del più grande short della storia. I Btp italiani segnano una performance del 4% da inizio anno ma se le aspettative non dovessero verificarsi, ci sarebbe davvero da preoccuparsi”. 

Intanto Nextam punta forte sul fondo obbligazionario di casa, il Nextam Partners Obbligazionario Misto, che ha chiuso il 2013 con una performance del 7,7% (nel 2012 aveva fatto il 13,53%) e ha registrato nei primi due mesi del 2014 il 2,13%. Commenta Alessandro Michahelles, gestore del comparto: “la gestione del fondo è molto attiva. La composizione dei portafogli può discostarsi in misura significativa da quella dei benchmark in termini di asset, geografici, valutari, settoriali e di selezione e peso dei singoli titoli. L’impostazione è sempre di tipo strategico ma flessibile. L’ottica del fondo può essere definita come total return prudenziale. Prendiamo comunque decisioni forti e opportunistiche, soprattutto con riguardo ai pesi e alla composizione delle varie asset classe. 

Strutturalmente, la strategia d’investimento è focalizzata più sul rischio di credito, cercando di sfruttare su questo fronte le inefficienze di mercato, che sul rischio tasso, in genere contenuto da una duration inferiore a quella del benchmark”. A cosa si devono i buoni ritorni? Conclude: “Sono imputabili principalmente a quattro fattori chiave: un’esposizione governativa concentrata principalmente su emissioni dello Stato italiano; un sovrappeso dei corporate bond, in particolare dai rating non troppo elevati; un’esposizione azionaria stabilmente in prossimità dei massimi regolamentari (20%) e un’attenzione a nuove emissioni corporate con potenzialità di rivalutazione a breve”.