M&G alza la posta sull'Italia, da 0 a oltre 16 miliardi di masse in 10 anni

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M&G Investments alza la posta sull'Italia, il secondo mercato del gruppo dopo l'Inghilterra. E lo fa presentando M&G Prudent Allocation, il nuovo fondo della gamma, rivolto a tutti quegli investitori che - vista l'attuale fase dei mercati, caratterizzata dal rischio di un rialzo dei tassi di interesse – non si accontentano del puro mercato obbligazionario, ma sono alla ricerca di forme alternative alla liquidità e ai fondi obbligazionari. “Si tratta di un portafoglio multi-asset che può investire in azioni fino a un massimo del 35% del patrimonio complessivo ed è rivolto a quei clienti che vogliono rischiare un po' di più rispetto all'Optimal Income Fund”, spiega Matteo Astolfi, director e head of Italy di M&G Investments, a margine della conferenza annuale della casa di investimento britannica, che si è tenuta il 6 maggio.

“Nella nostra gamma prodotti c'era un evidente gap da riempire. Avevamo, infatti, fondi obbligazionari, fondi azionari multi-asset, ma ci mancava un fondo che avesse un'allocazione media di azioni intorno al 20%”, prosegue Astolfi, che aggiunge che oggi, pur in un mercato come quello italiano, tipicamente rimasto sempre molto legato all'obbligazionario,  torna un po' di ottimismo e si inizia a vedere un filo maggiore di propensione all'investimento in azioni. Analizzando l'investimento in azioni degli altri fondi, si va, infatti, dallo 0,5% dell'Income Fund al 45% circa dei due fondi Income Allocation e Dynamic Allocation. Mai come ora, quindi, è  fondamentale avere un'allocazione flessibile  e scegliere la corretta asset allocation. “Il Prudent Allocation, con un'allocazione media in azioni  del 20%,  attualmente del 28%,  va esattamente a cogliere questa fame di leggero e prudente movimento che si spinge dall'obbligazionario verso l'azionario”, dichiara  il director e head of Italy di M&G Investments, che poi, interpellato sull'obiettivo di raccolta, risponde: “Se raccogliessimo un miliardo da qui a metà dell'anno prossimo saremmo molto contenti”. 

I fondi obbligazionari hanno due componenti principali: una componente  di rischio di tasso di interesse, che viene sintetizzata con la duration del portafoglio, ossia con la scadenza media dei titoli, e il rischio di credito, che è associato al nome delle aziende. “Oggi ci troviamo a un punto di svolta,  con rendimenti negativi o vicino allo zero e che possono tendenzialmente tornare a risalire. E si sa che se i rendimenti risalgono i prezzi dei bond scendono sui mercati finanziari”, ricorda Astolfi, che aggiunge: “A questo punto, delle due componenti, noi pensiamo che rimanga molto valido il rischio di credito, perchè crediamo che ci sia ancora spazio per comprimersi e quindi creare del valore, mentre non ci piace il rischio di tasso di interesse”. Per M&G, con il lancio di questo nuovo fondo, il rischio potrebbe essere quello di vedere un deflusso di capitali dal fondo a reddito fisso Optimal Income, best seller in Europa, verso il nuovo Prudent Allocation. “In realtà non vedo flussi in uscita. Dal mio punto di vista, l'Optimal Income rimane una fondamentale allocazione del portafoglio con una funzione ben precisa: non perdere quando i mercati azionari crollano e non perdere tanto quando i rendimenti si rialzano. E questo grazie al fatto di avere una duration molto bassa. Ma per coloro che hanno appetito per l'azionario e hanno dei risparmi aggiuntivi su cui sono disposti a rischiare di più, ci sono il Prudent Allocation e il Dynamic Allocation”, risponde  l'esperto. 

La conferenza annuale di M&G si è tenuta in un periodo molto positivo per il settore del risparmio gestito in Italia in termini di masse e raccolta, con flussi orientati soprattutto verso le strategie flessibili e multi-asset, come mostrano gli ultimi dati. “Siamo in Italia dal 2004. Io sono arrivato sette anni fa: nell'estate 2008, ricordo che  eravamo in due in ufficio, con 300 milioni di asset in gestione. Oggi abbiamo 20 persone a Milano e oltre 16 miliardi di euro di patrimonio”, spiega Astolfi, che poi aggiunge che i piani del gruppo sono di crescere ulteriormente in Italia laddove il mercato lo consentirà. Quello italiano è un mercato molto importante per M&G, essendo la seconda piazza dopo l'Inghilterra.  Il 2014 è stato poi un anno estremamente positivo: la società britannica è stata infatti il secondo gruppo estero per raccolta in Italia dopo Invesco. “Con una raccolta di 4,4 miliardi, il 2014 è stato un anno eccezionale, il migliore da sempre in Italia per il nostro gruppo”, dichiara Astolfi, che preferisce non sbilanciarsi sul 2015.  L'anno in corso è partito molto bene ma che sarà difficile ripetere il 2014. “Nei primi tre mesi di quest'anno abbiamo raccolto 1,5 miliardi, un valore record a livello trimestrale, ma nel 2014 avevamo fatto molto bene nella seconda parte dell'anno, sulla quale ora facciamo più fatica ad avere visibilità”. E questo a causa delle diverse incognite che persistono, come la Grecia e il possibile rialzo dei tassi da parte della Fed.