La solida crescita del security sector

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Dave Bleasdale, Flickr, Creative Commons

La sicurezza è in ogni momento della nostra quotidianità. Al lavoro, quando navighiamo in internet, si attivano alcune funzionalità di cyber-sicurezza; quando pranziamo la sicurezza del nostro pasto è garantita da test e tracciabilità degli alimenti. Usiamo sistemi di pagamento elettronico che autenticano le nostre transazioni e individuano casi di frode quando facciamo acquisti. La tecnologia rende sicuri anche i nostri spostamenti. Negli ultimi anni, il settore security ha registrato un’enorme espansione, e ciò che rende la sicurezza un investimento interessante è la prospettiva di crescita nel lungo periodo, garantita da tre driver: innovazione, urbanizzazione e regolamentazione. A spiegarlo è il team di gestione del fondo con doppio rating Blockbuster-Consistente Funds People Pictet-Security, capitanato dai fund manager Yves Kramer e Frédéric Dupraz.

Nel suo insieme, spiegano da Pictet Asset Management, l’innovazione tecnologica ha creato nuove esigenze anche in termini di sicurezza. Parallelamente ai grandi progressi raggiunti nel campo dei veicoli a guida autonoma, sono aumentati significativamente anche i requisiti di sicurezza, per quanto riguarda non solo cinture e airbag, ma anche telecamere, sensori, sistemi di frenata autonoma, radar, laser e sistemi di visione notturna. “Fino a 25 anni fa nessuno si preoccupava della sicurezza informatica, ma ora che internet collega miliardi di persone attraverso una serie di dispositivi, i furti di dati e gli attacchi hacker sono all’ordine del giorno. E non è che l’inizio: solo il 50% della popolazione mondiale naviga online e quando il restante 50% sarà connesso le infrastrutture informatiche saranno esposte a nuove minacce, dato che le violazioni di dati aumentano ogni anno del 60%”, affermano gli esperti.

Al contempo, l’urbanizzazione (il secondo fattore di lungo periodo) comporta la necessità di ingenti investimenti per rendere sicure infrastrutture come centrali elettriche, sistemi di trasporto di massa, aeroporti e utility idriche, dove, attualmente, oltre metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e tale percentuale è in continua crescita. Dall’asset manager svizzero fanno inoltre sapere che, nei Paesi emergenti, la spesa per la sicurezza dovrebbe aumentare di circa il 9% annuo nei prossimi cinque anni, più del doppio rispetto al tasso relativo ai mercati avanzati. Uno degli esempi lampanti che viene citato dal team di gestione è Dubai, città che ha mostrato cosa è possibile realizzare costruendo una nuova smart city con infrastrutture già dotate di soluzioni di sicurezza.

Il terzo driver è costituito quindi dalla regolamentazione che interessa enti pubblici, aziende e individui. “Anche in settori come quello dei servizi finanziari che hanno già interi reparti dedicati alla compliance, l’attività di valutazione, verifica e certificazione ha assunto proporzioni rilevanti. Il numero e la complessità delle norme aumenta continuamente, si pensi ad esempio a quella recente sugli airbag laterali obbligatori per ogni auto nuova in Brasile”, sostengono da Pictet AM. Secondo gli esperti, in futuro, tutti i nuovi veicoli europei saranno quindi dotati di un sistema eCall, che contatterà automaticamente i servizi di emergenza in caso di incidente - una legge è già in vigore in Russia. Al contempo, il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati dell’UE previsto per il 2018 obbligherà le aziende a rendere noti eventuali violazioni di dati, il loro impatto finanziario e reputazionale e i relativi provvedimenti correttivi, dove, in caso di mancato rispetto di tale norma, le società potranno incorrere in azioni legali, con multe fino al 4% del fatturato o a 20 milioni di euro.

Vista la forte crescita del settore, Pictet AM ha individuato un universo di 330 aziende operanti in tale ambito per una capitalizzazione totale di mercato di 3.300 miliardi di dollari. Escludendo le realtà che generano meno del 20% del fatturato in questo campo, e quelle con oltre il 5% del fatturato ascrivibile ad attrezzature militari e per la difesa, l’universo di investimento si riduce a circa 210 società con una capitalizzazione di mercato totale di 1.100 miliardi di dollari. Dopo aver valutato potenzialità commerciali e qualità del management, e tenuto conto della volatilità e della liquidità del titolo, il team di gestione ha creato un portafoglio costituito dalle 60 alle 75 società che convincono maggiormente, senza riferimenti a un benchmark. Il portafoglio finale è pertanto ben diversificato, e analizzando la domanda di prodotti per la sicurezza, il Nord America rappresenta il 48% delle vendite, seguito da Europa (24%), mercati emergenti (14%) e infine Giappone e mercati avanzati della regione Asia-Pacifico (10%). “Da gennaio 2007, la crescita del fatturato dell’universo della sicurezza si è attestata in media appena al di sotto del 7%, rispetto al +3,7% del PIL globale. Le prospettive quindi appaiono rosee. Crediamo inoltre che, alla luce delle importanti ristrutturazioni osservate nel corso dell'ultima crisi e della migliore disciplina dei costi, gran parte delle società dell'universo potrà espandere i propri margini oltre i massimi raggiunti in passato”, concludono dal team.

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Fatturato complessivo dell'universo della sicurezza, PIL reale ribasato, gennaio 2007. Dati OCSE sul PIL dei G20 - prezzi costanti, tasso % di crescita nello stesso periodo dell'anno precedente, destagionalizzato - a livello mondiale. Fonte: Pictet Asset Management, 2017.

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Margine EBIT universo sicurezza (%). Fonte: Pictet Asset Management, 2017.