La scimmia bendata che storicamente batte analisti e gestori

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Rodrigo Soldon 2, Flickr, Creative Commons

“A random walk down Wall Street” è uno dei classici che non può assolutamente mancare nella libreria di un investitore o di un professionista dell’investimento. Dalla penna di Burton G. Malkiel, economista e professore a Princeton, nel 1973 è scaturita la prima edizione di questo best-seller che ad oggi ha venduto oltre 1.500.000 di copie in tutto il mondo. "E’ un libro unico, veramente unico, perché non è assolutamente facile condensare in 400 pagine tutta la sua esperienza accademica, la sua grande saggezza di investitore e la sua esperienza pratica", dice Luca Lixi, consulente finanziario con una decennale esperienza nel settore e che firma questa recensione. Malkiel è stato infatti direttore per 28 anni di Vanguard, società di investimento USA fondata da John C. Bogle – un altro grande maestro ora 87enne - che ha incarnato perfettamente le sue teorie di investimento.

Ma quali teorie?
Malkiel è un personaggio molto scomodo per tutta l’industria finanziaria. Parte dal presupposto (condivisibilissimo e ormai ampiamente dimostrato) che “non si può battere il mercato”. Non può un investitore professionale, come una banca, un fondo pensione, un analista fondamentale o il gestore di un fondo comune. Non può un trader, un analista tecnico, uno speculatore o un "graficista”, come li chiama Malkiel nel suo libro. Non può, a maggior ragione, un risparmiatore o un piccolo investitore privato.

Ma se non si può “battere il mercato”, quindi guadagnare di più - o perdere di meno, a seconda del ciclo – perché tutta l’industria finanziaria ci promette di farlo? E perché, per inseguire questa chimera abilmente venduta da qualcuno, gli investitori devono accettare di pagare delle commissioni elevatissime e inutili? Sul viatico di questa teoria (dopo 40 anni ampiamente dimostrata accademicamente e statisticamente) inizia il percorso di Malkiel. Si mettono da subito a confronto, con grande coraggio, i due grandi filoni della teoria degli investimenti recente:

  • La teoria delle solide fondamenta, basata sul 'Value investing' e sul concetto di 'valore intrinseco', che può essere calcolato basandosi su un’attenta analisi dei dati fondamentali e delle prospettive per il futuro.

Individuare le discrepanze tra prezzo e valore porterebbe a sicuri guadagni sui mercati finanziari. I suoi più grandi esponenti storici di questa corrente sono Benjamin Graham e, a seguire, Warren Buffett, Seth Klarman, Joel Greenblatt.

  • La teoria dei castelli in aria, basata sugli aspetti psicologici del trading (inteso come 'compra-e-vendere strumenti finanziari', non come speculazione di breve-brevissimo termine).

Il concetto è di abbandonare le faticose e noiose analisi sui fondamentali, per concentrarsi sulla psicologia delle masse, su come si muove la massa degli investitori nella costante oscillazione tra euforia immotivata e paura irrazionale.

Tra i tanti sostenitori storici di questa teoria, John Maynard Keynes e, più recentemente, Robert Shiller e i 'comportamentalisti' come Kahneman, Tversky, Thaler e via dicendo.

Per Burton G. Malkiel né l’analisi fondamentale dell’Investing e della ricerca del valore, né l’analisi tecnica del Trading e dell’osservazione della psicologia dell’investitore possono garantire in modo affidabile, se prese singolarmente, il successo sul mercato. Da qui si dipana tutta la sua saggezza di investitore, che non vi svelo ma che vi lascio il gusto di leggere direttamente dal best-seller di Malkiel.

 

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