La performance si trova in Italia

F
Immagine concessa

Il 2014 è l’anno delle azioni europee. E italiane. Lo dice convinto Fabrizio Quirighetti, responsabile della ricerca macro economica e capo economista in Syz Asset Management e manager dei fondi Oyster European Fixed Income Fund e Oyster Usd Bonds. "Credo che l’equity Europa quest’anno possa far bene al portafoglio. Prima di tutto, nella zona euro, è in atto una ripresa economica. Anche se debole, la tendenza in atto volge chiaramente verso il miglioramento. Inoltre stanno tornando la fiducia e la propensione al rischio da parte degli investitori, sia nazionali sia esteri: tutto è cominciato sul fronte del mercato obbligazionario con il “whatever it takes” nell’estate del 2012 e anche con l’impatto positivo sui titoli periferici alla fine dello scorso anno".

In questo scenario molto positivo per le azioni, "i mercati azionari europei saranno sicuramente sovra performanti in confronto con gli altri principali indici globali nel 2014. Si noti bene che quella attuale è la situazione inversa rispetto a quella dell’estate 2008 e dell’inizio del 2011, quando la Bce ha alzato i tassi nonostante l’economia fosse in caduta libera. In questo contesto, la Germania dovrebbe, logicamente, continuare a dare buone performance anche dato che la politica monetaria rimarrà molto accomodante per la sua economia e che beneficerà di una ripresa globale".

E anche l’Italia, secondo l’esperto, giocherà un ruolo fondamentale. "Riteniamo che per l’Italia questo sia un momento molto importante dove c’è molto spazio di crescita e dove si tratta molto a sconto. L'indice Stoxx 600 ha sovraperformato il Ftse Mib di oltre il 25%dall'inizio della crisi nel 2011 quindi la valorizzazione in Italia è attraente rispetto agli altri mercati europei. Con un'ulteriore riduzione del tasso al quale l’Italia prende in prestito il denaro (al momento il titolo di Stato italiano a dieci anni  dà circa il 3,8% contro una media del 4,3% nel 2013 e del 5,5% nel 2012) a causa di un miglioramento delle prospettive di crescita nazionale e di una BCE che sta riaprendo il rubinetto monetario, l’indice italiano potrebbe anche fare grandi progressi quest’anno. Fino a poco tempo fa, gli investitori che si dicevano saggi guardavano a forte crescita, margini interessanti, dividendi elevati e bilanci puliti.  E molti di questi si sono dovuti ricredere. Avrebbero dovuto puntare sull’Italia!", conclude Quirighetti.