La lunga corsa di Piazza Affari

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immagine ceduta dall'entità

Secondo Daniele Vadori, direttore investimenti azionari di Finint, le azioni italiane continueranno a fare bene, tra large cap del settore industriale e bancario, small cap e nuove quotazioni. Ma senza una riduzione della pressione fiscale e un miglioramento della competitività difficilmente il Paese potrà riprendersi.

I mercati azionari europei traggono profitto dal petrolio a buon mercato, un euro a basso costo e dai tassi e livello zero. Sarà questo lo scenario anche per i prossimi mesi? Qual è la vostra prospettiva sull'Europa?

Si, almeno fino all’estate: la ricerca di rendimenti spinge ancora gli investimenti sul mercato azionario europeo che appare immune dagli attuali rischi esogeni presenti nell’economia reale, Grecia in primis. La stagione dei dividendi, complici le ottime trimestrali di fine 2014, terrà alto l’interesse anche nei prossimi mesi verso gli investimenti sui titoli e settori più generosi.

Sembra che il programma QE abbia già prodotto i primi effetti positivi. Continuerà ad avere un impatto sul mercato, anche in termini di volatilità?

Il programma QE è stato la chiave di volta del nuovo sentiment sui mercati. L’effetto anticipatorio rispetto all’economia reale è coerente con un aspettativa di miglioramento dei dati macroeconomici nei prossimi mesi. L’incognita in termini di aumento della volatilità è legata al fatto che questo trovi oggettivo riscontro : se ciò non avvenisse è probabile che inizi una nuova fase di turbolenze, simile a quanto accaduto nel 2013.

Per quanto tempo rimarranno bassi i tassi di interesse?

In Europa, almeno fino alla fine del 2016, non dovrebbero esserci motivi per ritenere che l’inflazione costringa ad una revisione dell’attuale politica monetaria espansiva. Per quanto riguarda il fronte statunitense rimaniamo in attesa di vedere se il tanto atteso rialzo avverrà o meno dopo l’estate, e quali saranno le conseguenze sui mercati.

In termini di portafoglio, qual è la sua attuale asset allocation? 

Attualmente siamo concentrati sull’azionario europeo; soprattutto large cap del settore industriale e bancario con una quota significativa sul mercato italiano, dove guardiamo con interesse anche il segmento small cap e nuove quotazioni. Per quanto riguarda la componente obbligazionaria guardiamo con attenzione titoli high yield e asset backed securities. Sull’Italia stiamo dedicando particolare attenzione al mercato dei minibond che presenta rendimenti e possibilità di diversificazione interessanti.

Uno sguardo all’Italia, la fine del buio è vicina? Dove sta concentrando i suoi investimenti nel nostro Paese?

La situazione economica Italiana presenta margini di miglioramento rispetto alle attese. Sul fronte industriale gli effetti della mutata situazione globale stanno già dando i primi frutti ma non è sufficiente: senza una riduzione della pressione fiscale e un conseguente miglioramento della competitività, la sostenibilità nel lungo periodo di un ritorno alla crescita potrebbe essere nuovamente messa in dubbio.