La Fed si rimette in pista per il 2015

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foto: autor Big Bob Burns, Flickr, creative commons

Nel terzo trimestre il PIL americano è salito dell’1,5% mostrando una crescita modesta e leggermente inferiore alle attese. "Il dato, tuttavia, rivela un miglioramento della domanda interna – salita del 3,2% grazie al contributo di consumi ed investimenti privati - supportando la decisione della Fed di riportare l’attenzione sui dati domestici", commenta Luca Noto, portfolio manager obbligazionario di Anima SGR, a seguito della divulgazione dei dati del Pil USA. Difatti in occasione della riunione del 28 ottobre, "la Fed ha ripreso le redini delle aspettative", confermando che l’eventuale rialzo dei tassi sarà esclusivamente dipendente dalle risultanze provenienti dall’economia domestica.

Pertanto, declassando i timori legati alla congiuntura globale, e in particolare alle prospettive della crescita cinese, il FOMC ha di fatto riportato l’attenzione dei mercati su un possibile rialzo già al prossimo meeting del 16 dicembre, la cui probabilità per i mercati allo stato attuale sale a oltre il 50%. "Nelle prossime settimane gli investitori avranno gli occhi puntati sui dati relativi al mese di ottobre per l’occupazione USA, decisivi per l’andamento dei mercati obbligazionari a livello globale. Per quanto riguarda le obbligazioni governative europee, l’impatto dovrebbe essere limitato grazie all’interventismo della BCE".