L’errore da evitare quando si sceglie un fondo d’investimento

semaforo rosso
[CO]2, Flickr, Creative Commons

Nell’industria dell’asset management c’è una regola tattica che consiste nell’osservare i rendimenti di un fondo negli ultimi tre ani per valutarne in qualche modo il percorso. Se il fondo ha performato bene in quel periodo, allora l’investitore è solito reputarlo un buon fondo; al contrario, se i risultati non sono stati positivi tende a scartarlo. Perché il lasso di tempo preso in considerazione è proprio di tre anni? Probabilmente perché 36 mesi sono un tempo sufficiente affinché i dati di analisi siano, come dicono gli esperti, “statisticamente significativi” (si pensa che utilizzare meno di 30 dati sia poco significativo). Il punto in questione però è un altro. Si tratta davvero di una strategia valida nel processo di selezione di un fondo?

Un recente studio realizzato da Morningstar negli Stati Uniti e intitolato “The harm in selecting funds thah have recently outperformed” sostiene di no. L’indagine è stata condotta da gennaio del 1994 al dicembre del 2015 sull’universo di fondi attivi statunitensi del segmento azionario americano. Gli investigatori hanno costruito tre portafogli modello. La cosiddetta “strategia vincente” composta dai fondi (ognuno avente lo stesso peso) che all’inizio di ogni periodo di tre anni si sono situati nel primo decile in funzione al rendimento adeguato al rischio. Alla fine del periodo di tre anni il portafoglio è stato ricostruito sulla base dello stesso criterio. È stato poi creato un portafoglio di “strategia media”, comprendente i fondi situati tra il percentile 45 e il 55 in base ai rendimenti adeguati al rischio. Infine, gli esperti che hanno condotto l’indagine hanno creato un “portafoglio perdente”, che investisse nei peggiori fondi (ultimo decile) in termine di rendimenti adeguati al rischio. Il risultato è racchiuso nel grafico sottostante. Come si vede, il portafoglio vincente ottiene un rendimento al di sotto di quello perdente.

grafico1Secondo Fernando Luque, editor di Morningstar, la conclusione a cui possiamo giungere è che soffermarsi esclusivamente sul fattore rendimento in un periodo determinato non apporta grande valore al processo di selezione dei fondi. “Dal nostro punto di vista, infatti, l’analisi del rendimento è solo uno degli aspetti di cui teniamo conto per assegnare le nostre medaglie (gold, silver e bronze) e non è il più importante. Sono certamente più rilevanti fattori come i costi, il gestore o il processo d’investimento”, conclude l’esperto.