L’accordo Pioneer - Santander AM contribuisce al miglioramento dei capital ratio di Unicredit

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foto: autor Michele F.M., Flickr, creative commons

La realtà integrata Pioneer Investments e Santander Asset Managem continuerà a operare come un’unica entità, guidata da un unico management team globale. Ai fini dell’accordo, Pioneer ha una valutazione (enterprise value) pari a 2,75 miliardi di euro e Santander Asset Management ha una valutazione di 2,60 miliardi (inclusa la propria partecipazione del 49,5% in AllFunds Bank). “Un’operazione positiva per Unicredit sia dal punto di vista industriale sia per l’impatto sul capital ratio”, fanno sapere gli analisti di Icbpi. Si stima infatti che l’operazione possa avere un impatto positivo sul capitale di Unicredit di circa 25 bp. Ma gli esperti di Mediobanca Securities (outperform e target price a 8,30 euro) vedono l’accordo come un compromesso per Unicredit sia per quanto riguarda la valutazione sia sulla governance. Juan Alcaraz, attuale ceo di Santander Asset Management, sarà il Global Chief Executive Officer della nuova società; Giordano Lombardo, attuale ceo e Group Chief Investment Officer (CIO) di Pioneer Investments, sarà il nuovo Global CIO e Deputy CEO.

“Il mercato italiano dell’asset management fornisce una crescita molta più elevata e migliori prospettive di quello spagnolo e crediamo che le valutazioni relative non riflettano pienamente questo”, continuano. Di certo l’accordo contribuisce in modo rilevante al miglioramento dei capital ratio della banca. Ma gli analisti di Kepler Cheuvreux (hold e target price a 5,90 euro) stimano anche un impatto negativo sull’utile per azione di Unicredit nei primi due anni, in particolare quando saranno contabilizzati gli oneri della ristrutturazione, probabilmente nel 2016, un impatto che diventerà neutrale entro il terzo anno grazie alle sinergie. “La valutazione di Pioneer a 2,75 miliardi di euro è inferiore alle nostre aspettative di 3 miliardi ma potrebbe eventualmente includere una deduzione degli oneri di ristrutturazione legati all'integrazione”, sottolineano.

“Pioneer ha 225 miliardi di euro di asset under management ed è stata valutata 1,2% il prezzo/asset under management, mentre Santander Asset Management ha 172 miliardi di asset under management ed è stata valutata 1,5% il prezzo/asset under management”, precisano gli analisti di Banca Akros (rating neutral e target price a 6,60 euro confermati sul titolo Unicredit), ricordando che le attività statunitensi di Pioneer hanno asset under management per 40 miliardi di euro. Quindi la società risultante dall’integrazione, con circa 400 miliardi di euro di masse gestite, si posizionerà tra le prime 35 nel mondo e tra le prime 10 in Europa per asset in gestione con un’esposizione sia in aree a elevata crescita sia in regioni mature, come l’America Latina, il Nord America, l’Asia e con una posizione di leadership in Europa.

La fusione dovrebbe inoltre sbloccare sinergie. Sempre secondo gli esperti di Icbpi (buy e target price a 6,9 euro), “Pioneer e Santander Asset Management metteranno in comune piattaforme, competenze negli investimenti e relazioni commerciali complementari, che consentiranno alla nuova entità di disporre di un’offerta più completa di prodotti e servizi per i propri clienti”. La partnership tra le due società favorirà anche il conseguimento di interessanti economie di scala e una più ampia diversificazione del business, in termini di strategie di investimento, presenza geografica e canali distributivi.  “La valutazione di Pioneer è in linea coni 2,79 miliardi di euro inclusi nella nostra valutazione di Unicredit. L’impatto positivo sul capitale è allineato alle indicazioni del management, ma non è stato incluso nella nostra valutazione: simuliamo un impatto positivo sul fair value della banca di 12centesimi di euro per azione, per un miglioramento del capitale di 25bps”, affermano gli analisti di Banca Imi (buy e target price a 6,65 euro).

Infine, gli analisti di Mediobanca Securities, soffermandosi anche sull’impatto sui coefficienti patrimoniali, fanno sapere: “25bp è un progresso positivo per ma non è abbastanza sufficiente da rimuovere le preoccupazioni del mercato sulla situazione patrimoniale della banca”. Infine, dal punto di vista dell'offerta di prodotto, gli analisti di Mediobanca credono che la nuova società deterrà una delle migliori distribuzioni di vendita retail a livello mondiale ma gli esperti avvertono una certa mancanza di completezza dell’offerta tra classi di attività e aree geografiche. Concludono gli esperti di Mediobanca: “ora ci si aspetta che il prossimo passo per crescere comporti l’IPO del veicolo integrato e l’acquisizione/fusione con un’altra società di asset management per completare l’offerta di prodotto e la posizione come uno dei principali player globali”.