Il vero significato della flessibilità gestionale

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foto: autor Diego Andrés, Flickr, creative commons

Flessibilità cercasi. In alcuni contesti di mercato particolari è quasi inevitabile per l’investitore razionale e accorto affiancare alla logica tradizionale dei prodotti mattoncino allocati con un processo top down, un approccio dove viene data una delega gestionale più ampia al gestore. Commenta Rocco Bove, responsabile obbligazionario di Kairos Partners SGR: “il primo step è l’introduzione di prodotti flessibili in cui il gestore ha a valle un margine di liberta’ più ampio ma limitatamente al segmento di mercato di riferimento”. E continua: “l’evoluzione logica successiva è quella di lasciare margine di flessibilità gestionale anche trasversalmente ai vari segmenti di mercato di fatto delegando una parte dell’asset alllocation tattica al gestore finale del poratfoglio;  concettualmente quanto meno direzionali e quanto invece più volatili  sono i mercati , più logico è uno shift verso una delega gestionale più ampia che possa in maniera efficiente costruire portafogli equilibrati che tengano nella dovuta considerazione l’evoluzione delle correlazioni tra le varie asset class”.

Ed ecco che i fondi flessibili e multiasset appaiono una soluzione d'investimento che offre all’interno del medesimo portafoglio un’allocazione su più classi di attivo come le azioni, le obbligazioni governative, le obbligazioni corporate e le valute in funzione dell'ampiezza dell'universo d'investimento individuato dai gestori. Gli stessi fondi flessibili e bilanciati possono evidentemente essere considerati "multiasset" proprio in considerazione della caratteristica di avere un portafoglio costruito su più tipologie di strumenti finanziari. La categoria dei fondi multiasset è tuttavia molto variegata e significative possono essere le differenze in termini di approcci gestionali e di profilo di rischio/rendimento tra i diversi prodotti ed è quindi di fondamentale importanza che la selezione di questi prodotti sia sempre accompagnata da un'attenta analisi in grado di evidenziarne le caratteristiche utili a determinare la coerenza con gli obiettivi d'investimento del risparmiatore.

Commenta Alessio Coppola, country manager Italia di Rothschild & Cie Gestion: “di fondamentale importanza è ad esempio conoscere l’ampiezza della delega gestionale (da non confondere con la frequenza con cui può variare l’esposizione o ancora con un approccio più o meno attivo verso il benchmark di riferimento se presente): un fondo con ampia delega, ad esempio che possa modificare l’esposizione azionaria tra il 20 e l'80%, potrebbe significativamente variare nel tempo il profilo di rischio/rendimento al contrario di un prodotto con minore delega”. L’utilizzo dei fondi multiasset all’interno di un portafoglio può essere molteplice: “ad esempio per incrementare l’esposizione alle azioni in un portafoglio prudente senza necessariamente subire il rischio che un’esposizione su un fondo azionario determinerebbe, o al contrario per ridurre la direzionalità di un portafoglio prevalentemente azionario senza perdere il contributo di crescita del mercato”, precisa Coppola.

Ancora, un fondo multiasset è in grado di contribuire in modo significativo ad incrementare la diversificazione e quindi la decorrelazione del portafoglio o in taluni casi specifici potrebbe rappresentare esso stesso una soluzione unica per l'allocazione del risparmio.  Sta di fatto che il grande esperimento di misure non convenzionali di politica monetaria cui siamo testimoni negli ultimi anni ha in qualche modo imposto un ripensamento dei modelli di asset allocation tradizionali proprio alla luce di correlazioni storiche completamente saltate se non addirittura invertite. Afferma Bove: “anche i picchi di volatilità legati a un mercato sempre più dominato dal risk premium anzichè dai fondamentali ha reso necessaria una grande velocità di reazione anche trasversale alle singole asset class;  in questo ambiente è naturale che negli ultimi anni abbiamo assistito alla sviluppo di prodotti multiasset che fanno della flessibilità gestionale l’arma in più per affrontare al meglio mercati sempre più difficili e con sfide nuove rispetto al passato; esistono poi numerose declinazioni anche profondamente diverse tra loro di questo tipo di prodotto:  il minimo comune denominatore è presentarsi come una sorta di  veicolo quattro per quattro equipaggiato per affrontare tutti i percorsi un po’ in tutte le stagioni”.