I titoli del lusso fanno brillare il portafoglio

Scilla_Huang_Sun
immagine ceduta dall'entità

Le valutazioni dei titoli del settore luxury hanno subito una diminuzione di rating rispetto all’intero mercato azionario e stanno scambiando al livello più basso dal punto di vista storico. E beneficiano della crescita della classe medio-alta dei paesi emergenti. Parla Scilla Huang Sun, gestore del fondo Julius Baer Multistock Luxury Brands.

Perché i titoli del lusso sono interessanti?
Le valutazioni dei titoli del settore lusso hanno subito una diminuzione di rating rispetto all’intero mercato azionario e stanno scambiando al livello più basso dal punto di vista storico dato che, essendo molto legati all’andamento dei mercati emergenti, c’è parecchio timore nell’aria. La Cina certo ha i suoi problemi eppure il mercato sembra essere troppo pessimista in materia. Ma se guardiamo avanti, il contributo degli emergenti alla crescita dei consumi globali sarà molto incisivo e, anche solo per ragioni demografiche, sarà più alto rispetto a quello dei mercati sviluppati. 

Quali sono i segmenti che stanno facendo meglio?
Tra orologeria e gioielleria (considerata hard luxury), è il primo segmento che continua a macinare i risultati migliori, in parte grazie alla natura wholesale del settore orologeria che, di solito, tende a essere in ritardo rispetto al ciclo aziendale. Per quanto riguarda invece il settore soft luxury (pelletteria, abbigliamento e accessori in seta), le calzature stanno registrando risultati migliori rispetto alle borse, mercato quest’ultimo più affollato. 

Quali sono le società che stanno facendo da traino al settore?
I classici brand di lusso come Hermès e Van Cleef, i brand più fashion come Saint Laurent e specialmente prodotti cosmetici di nicchia come Kiehl’s, Urban Decay, Smashbox e Jo Malone. LVHM, Ferragamo, Tod’s, Burberry e altri marchi stanno mostrando un miglioramento dei trend di vendita, man mano che si entra nell’ultimo trimestre dell’anno. 

Questi marchi hanno molto mercato in Cina, un paese dove si sta registrando un certo rallentamento economico. Come stanno andando le cose?
In relazione a come stanno andando le vendite in Cina, i risultati di L’Oreal, Swatch e Adidas sono stati positivi. Nonostante ci sia un rallentamento economico in corso, il momentum in Cina non è peggiorato, sebbene il mercato continui a soffrire di un livello di prezzi nel settore più alto rispetto che all’estero. Le vendite al dettaglio in Cina sono cresciute dell’11% a ottobre e sono state abbastanza stabili negli ultimi mesi. Il ribilanciamento dell’economia cinese è in corso, ed è un elemento positivo per i consumi. I consumatori cinesi, compresi i viaggiatori, continuano a essere un fattore chiave per i consumi globali del settore lusso. Negli ultimi anni, la maggioranza degli investimenti è stata destinata all’apertura di nuovi negozi. 

Non ci si è fatti prendere troppo dall’entusiasmo?
Con la normalizzazione dei tassi di crescita, è probabile un’impennata delle spese per capitale (capex). Per alcune società che si sono allargate troppo, ha senso una razionalizzazione della rete di negozi. Louis Vuitton, ad esempio, sta chiudendo qualche punto vendita in Cina. Il capex sul digitale e nell’e-commerce continuerà ma sarà inferiore sul fronte delle nuove aperure. Ciò significa più liquidità in eccesso e maggior focus sulla redditività piuttosto che sulla mera crescita dei ricavi. 

Cosa si devono aspettare gli investitori?
Ci aspettiamo un ulteriore incremento di dividendi e ritorni per gli azionisti da parte delle società del settore lusso. L’attuale coefficiente di payout (rapporto tra utili distribuiti e utili conseguiti) è intorno al 40%, e il dividend yield è di poco inferiore al 2%.

Quali sono i primi fondi che ha in portafoglio?
Hermès, Estée Lauder, Salvatore Ferragamo, Swatch Group, Tiffany & Co, Nike, L’Oréal, Cie Financière Richemont.