I primi mesi del 2015 sono record per le operazioni M&A

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foto: autor InSapphoWeTrust, Flickr, creative commons

Il primo trimestre 2015, continuando l’ondata di acquisizioni iniziata a metà 2014, è stato il più ricco in termini di operazioni M&A rispetto ai numeri record del 2008. E il riferimento va a operazioni completate con un valore minimo di 100 milioni di dollari. È quanto emerge dal Quarterly Deal Performance Monitor di Towers Watson. In questo periodo la performance finanziaria degli acquirenti è continuata con operazioni concluse che hanno sovraperformato il mercato (secondo il MSCI World Index) di 2,5 punti percentuali (pp). La ricerca, realizzata in collaborazione con la Cass Business School, evidenzia che il mercato delle grandi operazioni (superiori a 1 miliardo di dollari) vede già concluse nel primo trimestre di quest’anno 41 operazioni, un massimo storico per il periodo corrispondente. Inoltre quest’anno si sono già chiuse due grandissime operazioni di valore superiore a 10 miliardi di dollari.

Fabio Carniol, managing director di Towers Watson per l’Italia, afferma: “questo livello di attività di M&A è insolito per la prima parte dell’anno. Il settore farmaceutico rappresenta la parte più rilevante dei grandi deal completati. Prevale un trend di sovraperformance per gli acquirenti e compattezza tra i settori: gli acquirenti in generale sovraperformano i loro peer nel settore, con una notevole eccezione per il finanziario”. Dal punto di vista geografico, in questo trimestre l’area Asia-Pacifico è stata di nuovo la migliore in termini di performance (21,8 pp al di sopra dell’indice regionale), un vantaggio che conserva dall’inizio del 2014. Seguono Europa e Nord America che hanno ottenuto sovraperformance pari rispettivamente a 2,4pp e 1,4pp. In particolare la performance del Nord America sta recuperando dopo un trimestre di sottoperformance e rispetto a una più bassa sovraperfromance del trimestre precedente. In base ai dati triennali, emerge che l’area Asia-Pacifico conserva il primo posto, con 7,9pp superiori al suo indice regionale, seguito dagli acquirenti di Europa con 2,7pp e Nord America con 2pp superiori al loro benchmark regionale.

L’indagine rivela inoltre che gli alti volumi di M&A e il numero di deal più grandi coincidono con un periodo in cui le operazioni si rivelano più lunghe da completare (se si misura il tempo che passa dall’annuncio alla chiusura), suggerendo un modello potenziale per il resto del 2015. Conclude Carniol: “bisogna considerare che lo sviluppo di queste attività avviene in un contesto di incertezza politica del Regno Unito (prossime elezioni a maggio) che sta influenzando quello che è  stato il secondo, e più importante, mercato mondiale. Il primo trimestre del prossimo anno avrà simili pressioni esterne e influenze con le elezioni previste negli Stati Uniti. In quest’ottica, l’immagine attuale è quella di un periodo piuttosto incerto, che rende impossibile prevedere quanto l’attuale boom di operazioni di M&A durerà. Per il momento, però, almeno la fiducia nel mercato sembra rimanere alta”. Nello studio condotto da Towers, l’andamento dei prezzi è misurato come variazione percentuale del prezzo delle azioni da sei mesi prima della data di annuncio alla fine del trimestre. Non sono stati considerati acquisti di minoranza: tutte le operazioni in cui l'acquirente dopo l’acquisizione possedeva una quota inferiore al 50%. Tutte le operazioni in cui l’acquirente possedeva più del 50% del target share prima dell’acquisizione non sono state considerate.