Fondi pensione, una rivoluzione in atto

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foto: autor iacchi, Flickr, creative commons

L’invecchiamento della popolazione, l’allungamento delle aspettative di vita e le riforme dei sistemi pensionistici in molti Paesi suggeriscono di pensare di più alla propria pensione, anche come obiettivo d’investimento. Del resto, il debito pubblico molto elevato fa sì che lo Stato potrà sostenere meno i bisogni di welfare dei cittadini. Ma quale sistema previdenziale scegliere? Dicono gli esperti sia comunque necessario un approccio dinamico e diversificato nella gestione del portafoglio ed è importante adottare una visione di lungo termine dove possibile, anche per mitigare le fluttuazioni economiche di breve termine.

Ed ecco che a parlare di lungo periodo c’è anche il presidente Consob Giuseppe Vegas: “la revisione della tassazione sulle rendite finanziarie può essere l’occasione per riequilibrare la pressione fiscale complessiva, ma anche per disegnare un sistema di incentivi che premi l’investimento di lungo periodo, soprattutto di natura previdenziale, e favorisca la canalizzazione del risparmio verso forme di investimento specializzate nel finanziamento delle piccole e medie imprese. Si potrebbe valutare l’ipotesi di introdurre un sistema di progressiva riduzione delle aliquote in funzione della durata dell’investimento”.

Ci si aspetta, insomme, una sorta di rivoluzione previdenziale che ruoterebbe intorno a tre punti: il nuovo 703, il decreto che regolerà gli investimenti delle casse privatizzate, una normativa europea in evoluzione. A presentare le novità contenute nel nuovo decreto sui criteri e i limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti di interessi di prossima pubblicazione, ci ha pensato Gian Paolo Ruggiero, dirigente direzione IV del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel corso di un evento organizzato da Assogestioni lo scorso 8 luglio. Ruggiero ha sottolineato come il nuovo 703 conterrà un’articolata declinazione del principio della persona prudente, permettendo il superamento dell’approccio attuale, basato esclusivamente su limiti quantitativi, e prestando maggiore attenzione ad aspetti di natura qualitativa. Con il nuovo decreto, infatti, saranno consentite, in linea di principio, tutte le operazioni di investimento ed escluse solo quelle espressamente vietate.

“C'è una forte attesa per la pubblicazione del nuovo decreto 703, che regolerà gli investimenti delle forme di previdenza complementare” ha spiegato Sonia Maffei, Direttore del Settore Previdenza e Immobiliare di Assogestioni. “Ma il momento è propizio per una 'rivoluzione previdenziale' anche per altri motivi”. In particolare, secondo Maffei, non è da sottovalutare il dato emerso dalla relazione Covip: “leggiamo un aumento delle adesioni, seppure piccolo, che però va inquadrato all’interno del nostro mercato della previdenza complementare, molto diverso da altri Paesi in cui il settore ha alle spalle una storia ben più lunga” spiega il direttore del settore Previdenza e Immobiliare di Assogestioni. “Con gli interventi previsti, anche a livello europeo, sulla ridefinizione e sul rilancio dei prodotti di previdenza complementare nonché del ruolo dei fondi pensioni come investitori istituzionali di lungo periodo, una boccata d’ossigeno al settore arriverà”.

Nel corso dell’incontro è stato anche messo anche in luce il ruolo giocato dalla componente immobiliare. In questa fase l’investimento immobiliare è presente nel patrimonio dei fondi pensione solo con una quota de 3%, dal momento che più del 50% del portafoglio di questi strumenti è investito in titoli di stato, il 16% in titoli di capitale e l’11% in altri titoli di debito. Nel caso degli enti previdenziali, invece, i valori cambiano notevolmente visto che la componente immobiliare sale al 21%. Cifre, queste, che hanno spinto Ruggiero a chiedere al mondo dei fondi di porre maggiore attenzione al peso degli investimenti immobiliari e di pianificare una strategia di lungo termine. Posizione condivisa anche da Sonia Maffei, che spera in un incremento della parte di investimento immobiliare indiretto, “cioè effettuato per il tramite di un gestore specializzato come le sgr: una scelta importante perché le sgr garantiscono affidabilità ed elevate professionalità”, ha concluso il direttore del settore previdenza e immobiliare di Assogestioni.