Fondi pensione? C'è ancora molto da fare

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In un frangente in cui il tema pensioni è praticamente all'ordine del giorno, Bankitalia dice la sua: i fondi pensione che offrono garanzie sul valore del capitale, quali i fondi a prestazione definita, vulnerabili a variazioni dei prezzi degli attivi, al rischio di tasso e ai rischi demografici, rappresentano meno del 10% dell’industria italiana del risparmio gestito e comportano rischi assai contenuti per la stabilità finanziaria. Lo si legge nel nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria, recentemente pubblicato dalla Banca D'Italia, che fotografa la situazione economica del Paese. Anche i rischi connessi con l’attività d’investimento dei fondi pensione sono contenuti, in virtù della bassa variabilità dei flussi di raccolta, della stabilità dell’allocazione degli investimenti e della durata elevata delle passività. Analisi sui fondi pensione italiani ed europei mostrano poi che durante la crisi finanziaria le operazioni di investimento dei fondi sono state moderatamente anticicliche.

In merito al risparmio gestito poi secondo Bankitalia "l’industria ha continuato a espandersi anche durante la recente fase di volatilità dei mercati. Si è attenuata la tendenza dei gestori a investire in attività con rendimenti attesi elevati ma poco liquide. Migliora la redditività dei fondi immobiliari, che rimane tuttavia negativa ed esposta a incertezze".

Che il patrimonio dei fondi pensione in Italia fosse ancora scarso lo rivelava anche il Global Pension Asset Study 2016, recentemente pubblicato dalla società di consulenza Willis Tower Watson. Nell'analisi, che prende in considerazione i fondi pensione dei 19 maggiori mercati mondiali, l'Italia nemmeno appare. In termini assoluti, gli Stati Uniti continuano a essere il più grande mercato previdenziale al mondo (21,8 mila miliardi di dollari), seguiti a distanza da Regno Unito (3,2 mila miliardi) e Giappone (2,7 mila miliardi). Assieme, questi tre mercati contano per il 78,2% degli asset mondiali. In termini relativi, invece, quello messicano è il mercato che è cresciuto di più negli ultimi 10 anni, seguito dal Cile e dal Sud Africa. In media, il patrimonio di questi fondi rappresenta l’80% del Prodotto interno lordo dei 19 paesi, anche se presi singolarmente i dati variano molto: si va infatti dal 183,6% dell’Olanda al 3,3% della Spagna.

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Fonte: Global Pension Assets Study 2016, Willis Tower Watson

 

E in Italia? Secondo i dati Covip, a fine 2015 i prodotti di previdenza complementare italiani gestivano nel complesso 138 miliardi di euro, segnando un incremento del 5,7% rispetto all’anno precedente. Nella classifica dei principali 300 fondi pensione al mondo non si trova nessun comparto nostrano.