Facchinato (Anima SGR): "C'è una grande necessità di consulenza e gestione attiva"

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Da una parte un 25 o 30% di azioni, con una buona dose di diversificazione sulle materie prime, qualche componente dei Paesi emergenti, che stanno beneficiando di questa reflazione in atto, e qualcosa di high yield ma senza esagerare. Per la parte obbligazionaria meno bond nominali e più inflation linked. In un orizzonte di medio periodo e sempre in dipendenza dal rischio che vuol correre l’investitore, il portafoglio tipo suggerito da Simone Facchinato, responsabile Multiasset di Anima SGR, tiene conto delle varie opportunità e della “situazione sfidante”. Gli investitori potrebbero valutarlo. Sempre e comunque affiancati dagli esperti del settore.

C’è una grande necessità di consulenza e di gestione attiva”, dice Facchinato a Funds People, raggiunto al margine del Salone del Risparmio. “Il mondo che stiamo vivendo è un mondo che cambia. Bisogna riuscire a navigarci e se non hai gli strumenti adeguati, le mappe e le coordinate, ci si perde facilmente. Per questo il fai da te è da evitare, soprattutto in questo momento”. Certamente, grazie ad alcuni stimoli, è partito un ciclo reflattivo positivo, ma “i problemi che avevamo e ci hanno portato alla crisi e a livelli di crescita precedenti restano lì”, afferma l’esperto della SGR milanese. “Qualcosa è stato fatto e si sta innescando un circolo virtuoso. In Europa si guarda ai tre anni positivi di crescita. Ma ovviamente la sfida resta alta. Per questo cerchiamo di cogliere le opportunità del momento”.

Opportunità che secondo il responsabile Multiasset si trovano da una parte sulle obbligazioni legate all’inflazione e dall’altra su titoli legati a settori come gli energetici o i materials, che sono asset con una dinamica un po’ più reflattiva. “Non ci dispiacciono nemmeno gli emergenti. Dopo il tentennamento con l’arrivo di Trump abbiamo capito che ci vuole più tempo affinché la crescita di questi Paesi possa davvero subire dei contraccolpi”, commenta Facchinato.

Sui mercati sviluppati poi l'esperto predilige l’Europa. E per due ragioni: da una parte c’è la reflazione come risanamento di lungo periodo; dall’altro la posizione dell’Europa è sicuramente migliore degli Stati Uniti, che già hanno fatto tanto e si apprestano a concludere il ciclo. “La serie di elezioni nei vari Paesi europei porterà sicuramente della volatilità, ma in linea di massimo direi che il mercato azionario europeo è da privilegiare, anche perché ben impostato dal punto di vista dei fondamentali”.