ETF obbligazionari, la corsa continua anche nel secondo trimestre

GotCredit, Flickr, Creative Commons
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Nonostante l’utilizzo di ETF sia cresciuto rapidamente negli ultimi anni, il patrimonio investito nei replicanti rappresenta ancora una minima parte del mercato globale delle azioni, obbligazioni e materie prime. In particolare, gli ETF obbligazionari globali rappresentano meno dell’1% della capitalizzazione dell’intero mercato obbligazionario. Gli investitori stanno diventando creativi, utilizzano gli ETF per accedere ad un mercato più ampio, combinandoli con contratti derivati per ottenere esposizioni obiettivo o utilizzando opzioni su ETF.

Nel primo semestre del 2017, il maggior utilizzo di replicanti obbligazionari è stato favorito da alcuni fattori come la divergenza di politica monetaria tra le diverse regioni, le differenti fasi del ciclo del credito e la ricerca di rendimento da parte degli investitori istituzionali, in particolare assicurazioni e fondi pensione. Inoltre, la crescita degli ETF a reddito fisso è attribuibile a una serie di cambiamenti strutturali nei mercati finanziari: questi strumenti vengono utilizzati come fonte di liquidità, in quanto i replicanti obbligazionari possono sostituire alcuni contratti derivati tradizionalmente utilizzati per esporsi al mercato obbligazionario. Secondo il ‘Transforming the Bond Markets with Fixed Income ETFs’, uno studio elaborato da iShares, gli attivi gestiti da ETF obbligazionari potranno raggiungere i 2 miliardi di dollari entro il 2022, di cui 1,4 miliardi solo negli Stati Uniti. Gli ETF obbligazionari rappresentano uno dei driver principali, in quanto il mercato è stato trainato quasi esclusivamente da replicanti azionari.

Secondo i dati dell’industria globale degli ETF di BlackRock, gli ETF obbligazionari hanno raccolto 43,3 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2017, leggermente inferiore al record del primo trimestre, quando la raccolta si è attestata a 44,5 miliardi di dollari. In particolare, a livello globale, nel secondo trimestre iShares ha raccolto 21 miliardi di dollari, guidati dall’interesse degli investitori per il credito investment grade, per il debito dei mercati emergenti e per i fondi obbligazionari governativi. In termini generali, nel primo semestre dell’anno abbiamo osservato una forte richiesta per il debito denominato in dollari.  Entrando più nel dettaglio, nel secondo trimestre gli ETF obbligazionari dei mercati emergenti hanno registrato afflussi netti per 7,5 miliardi di dollari a livello globale. Come nel primo trimestre, gli investitori statunitensi hanno preferito esposizioni sul debito in valuta forte, mentre gli europei si sono orientati verso fondi sia in valuta forte che locale.