ESMA indaga l'influenza del trading di alta frequenza nel mercato azionario europeo

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foto: autor Katrina.Tuliao, WikiMedia Commons

L'autorità europea dei mercati e degli strumenti finanziari (ESMA) sta indagando l'influenza delle negoziazioni di alta frequenza  (high frequency trading, o HFT) nella liquidità del mercato azionario europeo. "C'è il sospetto che la liquidità generata da queste imprese non sia reale e per questo stiamo indagando quella che è stata definita 'liquidità fantasma'", ha spiegato di recente Steven Maijoor, presidente del regolatore europeo, in un'intervista a Bloomberg. Anche se afferma che "l'HFT dovrebbe essere debitamente regolata",Maijoor sottolinea che ESMA per il momento non pensa vietare o limitare l'attività.

Radiografia della HTF in Europa

Lo scorso dicembre, ESMA ha presentato una relazione che analizza l'attività di HFT nel mercato azionario europeo a partire dai dati raccolti nel maggio 2013, per un campione di 100 azioni di nove paesi dell'Unione Europea. Il rapporto quantifica l'attività di HFT a partire da due indicatori: uno diretto, sulla base dell'individuazione delle aziende che dichiarano di dedicarsi principalmente alla HFT o il tipo di algoritmi utilizzati, e uno indiretto, basato su statistiche come il periodo durante il quale sono mantenute le posizioni o il rapporto tra ordini per volume negoziato.

"I risultati del primo indicatore rappresentano il limite inferiore di attività di HFT perché non include quella svolta dalle banche di investimento, mentre il secondo indicatore rappresenta il limite superiore," spiega il rapporto. La combinazione dei due indicatori "consente di stimare il livello globale di attività nel nostro campione ed inoltre individua quali partecipanti del mercato stanno facendo HFT".

Nel campione analizzato da esperti dell'Unità Economia e di Stabilità Finanziaria di ESMA, il 24% del volume negoziato corrisponde negoziazioni di alta frequenza se si applica il primo indicatore (imprese il cui oggetto di attività principale è la HFT), una cifra che aumenta fino al 43% se si applica il secondo indicatore (la vita media delle posizioni). Questi volumi corrispondono rispettivamente al 30% e il 49% delle posizioni e il 58% e il 76% degli ordini. "Le differenze nei risultati sono spiegati principalmente dalla forte attività delle banche di investimento, che si riflette nel secondo indicatore, ma non nel primo."

La relazione rileva inoltre che il livello di HFT è legato alla capitalizzazione del mercato (a maggiore capitalizzazione, corrisponde maggiore attività) e varia in base al centro di negoziazione: "Le imprese impegnate nella HFT di solito partecipano in più piattaforme di negoziazione rispetto ad altri operatori di mercato, il che, tra l'altro, potrebbe indicare che sono più inclini a arbitraggio tra centri di negoziazione ".

Infine, la relazione sottolinea che il metodo utilizzato per stimare il livello di attività di HFT influenza significativamente i risultati e propone di analizzare in seconda istanza i fattori che spingono l'attività della HFT, i potenziali rischi e benefici e la contribuzione reale alla liquidità.