Ennio Doris, i dividendi portano valore al portafoglio

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immagine ceduta dall'entità

Il patron di Banca Mediolanum si dice ottimista e insiste sull’attuazione di una logica di lungo periodo, sia da parte dei consulenti finanziari che devono suggerire l’investimento, sia da quella dei clienti. E parla di petrolio, mercati e del futuro del sistema bancario.

I risparmiatori sono sempre più sfiduciati. Cosa suggerire loro?
Ogni volta che c’è una crisi dell’economia i motivi sono diversi perché è il mondo ad essere diverso. Mentre il comportamento dei clienti è sempre lo stesso, alleggeriscono i portafogli quando i mercati scendono e rientrano quando salgono, mentre dovrebbe essere esattamente il contrario. Ai risparmiatori va detto di ragionare nel lungo periodo e di accettare che i mercati oscillino. 

Dove si può trovare valore oggi?
Siamo molto favorevoli alle politiche dei dividendi. I fondi che staccano la cedola, storicamente, hanno dato buoni risultati. Certo sono fondamentali il gestore e la capacità di selezionare i titoli.

Rallenta la Cina, la volatilità continua, ci sono voci di Brexit, il prezzo del petrolio non risale. Quale di queste cose sta influenzando le altre? 
Il costo dell’energia. Quando il petrolio era a 100 dollari al barile ogni giorno dell’anno il mondo dei consumatori a livello globale staccava un assegno di 4 miliardi di dollari che andavano all’Opec e alla Russia. Poi, col calo del prezzo, questi sono diventati 1,5 mld. Cosa succede quando si ha una riduzione di questo tipo? I paesi produttori hanno un deficit di bilancio statale e devono vendere securuties e asset liquidi per coprire (la sola Arabia Saudita ha venduto 100 mld dollari in securties). Questi soldi sono finiti nelle tasche dei consumatori nel senso che nel 2016 ogni famiglia europea si troverà in tasca più di mille euro come risultato dei risparmio di elettricità, riscaldamento e benzina. Una parte si tradurrà in maggiori consumi e poi ne beneficerà chi gestisce il risparmio.

Voi state raccogliendo molto. Avete chiuso il mese di gennaio con una raccolta di 502 mln di euro e il mese di febbraio dovrebbe essere andato persino meglio. Da cosa dipendono i buoni numeri di Banca Mediolanum?
Dall’attenzione al cliente, dal rapporto fiduciario e dall’investimento in tecnologia. Nel passato le banche hanno occupato il territorio con le filiali. Oggi il territorio da occupare non è più quello fisico ma quello tecnologico. Ecco molti dei nostri investimenti stanno andando in quella direzione. Il problema vero delle banche è che il vecchio modello non funziona più, restano i costi e scendono i ricavi. Nemmeno dalla tesoreria si ricava più. Ci vogliono strutture snelle con costi bassi e una terza parte consistente che è la gestione del risparmio. Nel 2014 la percentuale di famiglie italiane che non usava la tecnologia era il 48% ma l’anno prima era il 53%. È un fenomeno inesorabile. Abbiamo intervistato sul tema Francisco Gonzalez Rodriguez, il presidente del Banco Bilbao Vizcaya. Ha affermato che prevede che entro 20 anni delle venti mila banche analogiche nel mondo ne resterà solo qualche dozzina digitale. Stiamo andando nella direzione di una forte concentrazione del sistema bancario.