EFAMA, aumenta la domanda di UCITS e FIA

Michaeljoakes, Flickr, Creative Commons
Michaeljoakes, Flickr, Creative Commons

I fondi alternativi si stanno dimostrando una realtà in crescita negli ultimi anni, arrivando ad occupare un peso crescente nel portafoglio degli investitori. Questi strumenti vengono utilizzati per ragioni di diversificazione e per migliorare il risk adjusted return del portafoglio. Le strategie alternative consentono una maggiore flessibilità in termini di allocazione rispetto a quelle tradizionali e sono caratterizzate da una bassa correlazione con le asset class tradizionali, in particolare con azioni e obbligazioni.

L’Associazione europea dei fondi di investimento e dell’asset management (EFAMA) ha pubblicato a fine luglio la sua ultima Investiment Funds Industry Fact Sheet, che fornisce i dati mensili delle vendite nette di UCITS e fondi di investimento alternativi (FIA). Nel mese di maggio gli UCITS e i FIA hanno registrato un salto nella raccolta netta a 95 miliardi di euro, rispetto agli 83 miliardi di aprile. Entrando più nel dettaglio, la raccolta netta di UCITS ha registrato un calo, passando dai 78 miliardi di aprile ai 62 miliardi di maggio, mentre la raccolta di FIA è aumentata di 5 miliardi, raggiungendo i 33 miliardi di euro. Gli UCITS a lungo termine, esclusi i fondi di mercato monetario, hanno registrato vendite nette per 62 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 58 miliardi di aprile. Tra le altre categorie, i fondi obbligazionari hanno registrato vendite nette per 30 miliardi, a seguire i fondi multi-asset con 17 miliardi, i fondi azionari con 13 miliardi e i fondi di mercato monetario con 0,2 miliardi.

Il patrimonio netto dei fondi di investimento europei ha raggiunto quota 15.065 miliardi di euro a fine maggio, in aumento rispetto ai 15.008 miliardi di fine aprile e ai 14.141 miliardi di fine 2016. Bernard Delbecque, direttore del Dipartimento economia e ricerca di EFAMA, spiega come “la domanda di UCITS a lungo termine e FIA è aumentata a maggio, in uno scenario di rafforzamento della crescita economica e di diminuzione del rischio politico in Europa a seguito dell’elezione del Presidente Macron”.