Ecosistemi robotici: la via di mezzo intelligente tra comprare un fondo e comprare singole azioni

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L'industria della robotica e dell’automazione sta rimodellando il panorama imprenditoriale ma anche la nostra vita domestica. Oggi i robot sono autonomi, versatili e mobili, e i progressi continui nella tecnologia e l’abbassamento del costo dei componenti stanno trasformando l'economia della robotica e automazione in una realtà per un numero sempre maggiore di aziende di tutti i settori. Rispetto ad altri progressi tecnologici come Internet, siamo ancora nelle prime fasi del ciclo di sviluppo della robotica e l’industria ha ancora significative opportunità di investimento sia per gli investitori retail e che per quelli istituzionali.

La robotica sta sviluppando un ecosistema complesso che incrocia e amplifica gli interessi del settore tecnologico e della finanza”, dice Andrea Forni, CEO e fondatore di FRN Trading Strategie, società finanziaria specializzata nell'analisi settoriale di titoli tecnologici. "Parlo di ecosistema perchè a mio avviso si tratta del vero plus per i gestori patrimoniali. Lo sviluppo di portafogli tematici basati su ecosistemi robotici costruiti intorno alle singole applicazioni di massa, lo vedo come una via di mezzo intelligente tra comprare un fondo e comprare singole azioni cercando di fare sovra-performance. Dal lato fondi, qualcuno è già sul mercato come l’ETF Global ROBO Partners o il fondo gestito Pictet Robotics che vanno benissimo per iniziare a posizionarsi sul settore con quote di portafoglio. Altri ne arriveranno confermando che il mercato è in movimento”, dice l'esperto autore del libro ‘Robot. La nuova era – vivere, lavorare, investire nella società robotica di domani’, durante il suo intervento alla Global Robot Expo Madrid dedicato alla robotica in Borsa.

E aggiunge: “mentre gli istituzionali sono già ben consci delle potenzialità di medio e lungo termine e dei rischi sul breve (volatilità eccessiva, piuttosto che prezzi che non riflettono ancora le potenzialità di certi applicativi), la mancanza di un ‘settore robotico’ in Borsa identificato da un indice settoriale penalizza ancora gli investitori privati che non sono ancora consapevoli che esiste questa opportunità di investimento. Probabilmente siamo ancora nella parte di Awareness Phase del mercato finanziario e dobbiamo aspettare la Mania Phase per vedere l’ingresso del grande pubblico”. Ma quando avverrà questo passaggio epocale, si chiede l’esperto? Probabilmente la miccia l’accenderà l’arrivo di auto a guida autonoma (ad alta automazione) da qui al 2019, più che i droni o i robot collaborativi o altre applicazioni robotiche meno impattanti sui media non specializzati. Parlando di auto, secondo Forni il settore dell’Automotive sarà da guardare con attenzione nei prossimi anni perché può giocare il ruolo di volano dell’intera economia. “E’ un settore che si sta rinnovando sia al suo interno sia con l’ingresso di nuovi competitors in arrivo dall’economia digitale come Apple, Uber e Google o con forti capacità di innovazione come Tesla e andrà a creare un ecosistema infrastrutturale e tecnologico che propagherà il suo influsso su molti settori economici a iniziare dal ritorno delle telecomunicazioni. Forse farà qualche vittima tra le case automobilistiche incapaci di evolversi e tra le professioni che verranno cancellate dall’automazione della guida. Ma il progresso è inarrestabile e l’uomo è un essere capace di adattarsi all’ambiente e alle novità”.
 
In conclusione, Forni - che è stato testimone dei primi passi fatti da queste tecnologie già 25 anni fa quando era un giovane rivercatore all'università di applicazioni di Intelligenza artificiale di banca e assicurazioni - sostiene che “dobbiamo vedere la robotica come la ‘terza gamba’ di un sistema tecnologico-economico in via di formazione in cui le prime due gambe si stanno già integrando fra loro (economia reale ed economia digitale) e stanno dando vita a nuovi prodotti e servizi (il cosiddetto O2O). Con l’introduzione della robotica si completa il quadro e si darà un ulteriore impulso e un’accelerazione esponenziale partendo dai mercati più tecnologicamente avanzati e dove la popolazione è già digitale come in Cina. Facendo un parallelo con l’avvento delle dot-com, siamo ancora al 1993-1994 con tutti le opportunità e i rischi che già abbiamo conosciuto nel vivere il decennio del boom di Internet in Borsa.