Come cambia il mondo dell’energetico

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Lou Durben, Flickr, Creative Commons

A livello settoriale, il fanalino di coda nel 2017 è stato senza dubbio il settore energetico, che ha sofferto la continua caduta del prezzo del petrolio prodotta dalle previsioni di un eventuale aumento della produzione negli Stati Uniti. L’indice MSCI World Energy, infatti, ha fatto registrare al 31 maggio un YTD pari al -8,11%; il peggiore tra tutti i segmenti.

L'arrivo di una nuova amministrazione presidenziale americana sta tuttavia portando ad un cambiamento significativo delle politiche energetiche, ambientali ed economiche statunitensi. Le maggiori forze in gioco sono in grado di riformulare il settore come, ad esempio, la crescita delle risorse energetiche distribuite, l'avvento di nuove tecnologie che possono trasformare il contesto dei mercati e cambiare le principali economie, e che possono continuare a far registrare una riduzione dei prezzi del gas naturale.

E se nei mesi precedenti, la view sul segmento era abbastanza negativa, nel futuro prossimo invece, questa sembra stia raccogliendo maggior ottimismo tra gli esperti del settore energetico e dell’asset management in generale. Secondo Scottmadden Management Consultans, società americana di consulenza energetica, il mondo sta significativamente cambiando con una prospettiva di lungo termine. In molte regioni, vi è una forte diminuzione delle piante di base, sostituite dalle crescenti quantità di risorse gassose e rinnovabili. La penetrazione dell'energia solare nel portafoglio di alimentazione potrebbe presto raggiungere un punto di ribaltamento, dove gli effetti della "Duck Curve" e persino la riduzione delle risorse solari potrebbero diventare quindi un mainstream.

Le utilities rispondono e si adattano attraverso l’innovazione, con strategie, tecnologie, processi e paradigmi normativi. I movimenti delle giurisdizioni regolatorie di energia stanno perseguendo cambiamenti di regolamentazione per promuovere e ospitare risorse ancor più distribuite sulla griglia mondiale. Le società energetiche e di servizi sono i pionieri degli sforzi per testare e modellare i nuovi regimi normativi. Le società di servizi stanno quindi aumentando notevolmente gli investimenti in risorse solari su scala, perseguendo anche nuovi accordi con stakeholder e adattamenti alla regolamentazione tradizionale, come la creazione di prestazioni basata sulla performance per incoraggiare la modernizzazione del settore, e promuovendo i risultati centrati alla clientela. In molti stanno studiando nuove tecnologie, come la blockchain, cercando di svolgere un ruolo maggiore nell'infrastruttura tecnologica “smart city”.

Un miglior sentiment energetico

A livello globale, la fiducia generale delle imprese è in aumento, in particolar modo negli Stati Uniti, e questo sta generando non solo tendenze positive per l'occupazione, ma anche segnali di una ripresa degli investimenti societari, che avevano toccato i minimi storici. Secondo alcuni esperti di T. Rowe Price, tali tendenze, se durature, sono importanti per la capacità del ciclo azionario di maturare con risvolti positivi, dove il miglioramento del sentiment è stato generalizzato, ma nel breve periodo il contributo maggiore è arrivato dal settore energetico, visto che il periodo di estrema debolezza dei prezzi del petrolio è passato. Dall’asset manager fanno sapere però che, nel medio termine, la traiettoria dei prezzi del greggio resta ribassista, quindi il rimbalzo dei prezzi energetici potrebbe risultare più temporaneo di quanto il mercato si aspetti; a tal proposito, i gestori della società restano cauti verso i trend di crescita di lungo periodo degli utili societari nel comparto energetico.

Positivi sulle tendenze dei prezzi dell’oro nero lo sono anche da Carmignac, dove i gestori della casa di gestione francese hanno concentrato le posizioni energetiche sui produttori di petrolio di scisto statunitensi che beneficiano dell’impegno dell’Arabia Saudita e dell’OPEC a favore della stabilizzazione del prezzo del greggio.

L’impatto sulla Russia

Da Amundi, si concentrano invece sull’energetico russo. Il Senato americano ha infatti votato degli emendamenti miranti a codificare e a inasprire le sanzioni nei confronti della Russia. L’asset manager francese evidenzia a riguardo due punti di fondamentale importanza: in primis, qualsiasi decisione presa dal presidente americano Trump (ad esempio alleggerire o intensificare le sanzioni) dovrà essere approvata dal Congresso; in secondo luogo, è previsto un fortissimo inasprimento delle condizioni di finanziamento per le aziende russe operanti nel settore energetico e in quello finanziario. Per gli esperti di Amundi quindi, in un contesto dove il prezzo del greggio rimane relativamente basso, questi cambiamenti, se votati dalla Camera, avranno indubbiamente un effetto negativo sul prezzo delle attività russe anche se l'economia sta tornando a registrare tassi di crescita positivi.

Energie rinnovabili indispensabili

Per Pictet Asset Management, è indubbio che gli aspetti economici avranno un’importanza maggiore nella transizione globale verso le energie pulite rispetto a quelli politici o normativi, dove grazie ai progressi tecnologici, negli ultimi anni, il costo dell’energia eolica, solare e di altre fonti rinnovabili è notevolmente diminuito. L’asset manager svizzero ritiene l’energia eolica statunitense più conveniente rispetto a qualsiasi altra forma energetica. Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America, dal 2008 i costi dell’eolico sono scesi del 41%, mentre quelli dell’energia solare su larga scala del 64%. Le energie rinnovabili risultano quindi in generale più economiche.

Tuttavia, queste potrebbero inoltre contribuire a ridurre ulteriormente l’impatto ambientale degli USA. Negli ultimi anni infatti, la quota statunitense delle emissioni di carbonio globali si è ridotta, nonostante la crescita dell’economia. Tale tendenza è in parte dovuta alla migliore economia del settore dell’energia pulita USA e all’affermazione del gas naturale come primaria fonte energetica, nonché alle norme sull’efficienza energetica vigenti a livello statale e locale, sulle quali l’amministrazione Trump ha meno controllo.

Gli esperti di Pictet AM fanno inoltre notare come, a inizio anno, la Cina ha fatto registrare una soglia 20 volte superiore a quella tollerata dall’OMS, dove le autorità hanno quindi deciso di attuare un ampio programma di riforme energetiche radicali. Ciò ha portato quindi ad una più veloce stabilizzazione delle emissioni cinesi, in quanto il Paese ha abbandonato i progetti di nuove centrali a carbone per investire in solare, eolico, e nucleare oltre che nello stoccaggio di energia.

I fondi azionari energetici con marchio Funds People 2017

Tra i fondi con marchio Funds People 2017, troviamo due prodotti azionari energetici, uno che vanta del doppio rating Blockbuster-Consistente, l’Eurizon Azioni Energia E Materie Prime, e un Blockbuster, il Mediolanum Challenge Energy Equity Fund. Il primo è un large cap blend con performance a un anno pari al +12,72%, gestito dal team di gestione composto da Paolo Vassalli e Marco Mossetti, e raccoglie masse totali pari a circa 124 milioni di euro. La principale area di investimento del fondo sono gli Stati Uniti (53,86% del capitale), e mira a conseguire una crescita significativa investendo principalmente in azioni di emittenti operanti nei settori energia e materie prime, di ogni area geografica. I benchmark sono tre, l’MSCI World Energy (EUR) nella misura del 50%, l’MSCI World Materials (EUR) con il 45% e il Barclays Euro Treasury Bills Index con il 5%. Tuttavia, il comparto non si propone di replicare la composizione dei benchmark, e prevede un grado di discrezionalità significativo. Il team di gestione utilizza strumenti finanziari derivati sia per finalità di copertura dei rischi sia per finalità diverse, tra cui arbitraggio.

Il Mediolanum Challenge Energy Equity Fund è invece un large cap value con patrimonio totale pari a circa 323 milioni di euro, che mira a conseguire una crescita del capitale nel lungo periodo, investendo in azioni e strumenti di natura azionaria globale (investimento negli USA pari al 51,26%), con una maggior econcentrazione nel settore energetico. Il prodotto può inoltre utilizzare strumenti derivati il cui rendimento è legato a quello di uno o più titoli o classi di attività sottostanti. Il fondo ha fatto registrare un rendimento a un anno pari al +5,49%.